Monete fatte coniare da Alfonso V d’Aragona (poi Alfonso I di Napoli) nelle zecche di Napoli, Alghero, Cagliari e Villa di Chiesa in Sardegna.
Vista da vicino: Alfonsino d’oro
Alfonsino d’oro: moneta d’oro emessa nel Regno di Napoli da Alfonso I di Napoli (1442-1458). Aveva il valore di un ducato e mezzo e fu battuta nella zecca di Gaeta nel 1437 e poi a Napoli nel 1442. Al diritto era rappresentato il re a cavallo ed al rovescio lo stemma degli Aragona.
Dritto
Legenda: ✠ ALFONSVS: D: G: R: ARAGON: S: C: VL: FA
Stemma a tutto campo, inquartato con le armi d’Aragona e Napoli (Gerusalemme, Angiò e Ungheria), palato al 1° e al 4°
Rovescio
Legenda: ✠: DNS: M: ADIVTOR: ET: EGO: DESPI: INI: ME:
Il re a cavallo, al galoppo verso destra, brandisce la spada sguainata;
nel campo a sinistra, B (Jacopo Baboccio da Piperno, zecchiere).
Bibliografia
- Biaggi 1662
- CNI XIX 1 var
- Pannuti/Riccio 1a
- Fr. 815
Vista da vicino: Alfonsino d’argento
Alfonsino d’argento: grosso emesso a Napoli da Alfonso I di Napoli. Il re era effigiato al dritto seduto in trono con lo scettro e il globo (sormontato da croce); al rovescio lo stemma degli Aragona.
Dritto
Legenda: ✠ ALFONSVS ◦ D ◦ G ◦ R ◦ AR ◦ S ◦ CI ◦ V ◦ R ◦
Nel campo stemma con le armi di Ungheria, Gerusalemme, Aragona e Napoli.
Rovescio
Legenda: ✠ DNS ◦ M ◦ ADVIT ◦ ET ◦ EGO ◦ D ◦ I ◦ M ◦
Nel campo il re coronato seduto in trono con il globo crucifero nella sinistra e lo scettro nella destra. Dietro a sinistra S ed alle sue spalle, a destra, leone accovacciato.
Bibliografia
- MIR 54/6
- Pannuti Riccio 3e
- Biaggi 1663
Vista da vicino: Alfonsino minuto
Anfruxini: nome popolare dell’alfonsino minuto, il denaro battuto alle zecche di Alghero, Cagliari e Villa di Chiesa in Sardegna da Alfonso IV e Alfonso V d’Aragona.
Dritto
Legenda: ✠ ALFOn[S]US DI GR
nel campo busto coronato a sinistra
Rovescio
Legenda: ARGO SAnI,
Nel campo una croce patente accantonata A-o-o-S negli angoli.
Bibliografia
- CNI II 4 var
- Biaggi 512
Crediti immagine copertina: Ritratto di Alfonso V d’Aragona, opera di Juan Vicente Macip, 1557 circa, Museo di Saragozza.
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