Il Marcuccio era una piccola moneta veneziana, nello specifico un denaro di basso argento, cioè coniato in mistura (lega con una bassa percentuale di argento e una prevalenza di rame). Questa moneta iniziò a essere battuta a Venezia agli inizi del XII secolo.
Il suo nome, “Marcuccio”, deriva dalla figura di San Marco, il santo patrono della Repubblica di Venezia, che era riprodotta nella moneta. San Marco era un simbolo centrale dell’identità veneziana, e la sua immagine era onnipresente nella monetazione della Serenissima, dalle monete più grandi e preziose a quelle di piccolo taglio come il Marcuccio.
Le caratteristiche del Marcuccio riflettono le esigenze economiche del periodo:
- Basso Valore: Essendo un denaro di basso argento, il Marcuccio era destinato alle transazioni quotidiane di piccolo valore. Questo tipo di monete era cruciale per il commercio al dettaglio e per la vita economica della popolazione, dove le monete d’oro o d’argento di alto titolo erano troppo preziose.
- Materiale (Mistura): L’uso della mistura era comune per le monete di piccolo taglio nel Medioevo. Permetteva una produzione più economica e una maggiore disponibilità di numerario spicciolo, sebbene fosse spesso soggetto a svalutazioni o a variazioni di titolo.
- Iconografia Simbolica: La presenza di San Marco, anche su una moneta di così modesto valore, sottolineava la devozione della Repubblica al suo patrono e il suo desiderio di porre la propria monetazione sotto la protezione divina.
Il Marcuccio è un esempio significativo della monetazione medievale veneziana, che seppe adattarsi alle diverse necessità economiche, producendo sia valute di prestigio internazionale che monete di largo uso locale. La sua analisi offre uno spaccato delle dinamiche monetarie e della simbologia religiosa di una delle più grandi potenze marittime e commerciali del Medioevo.

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