L’Acmonital (abbreviazione di “acciaio monetario italiano“) è una lega di acciaio inossidabile austenitico, sviluppata e utilizzata in Italia per la coniazione di monete. La sua composizione principale include ferro, cromo e nichel, con piccole percentuali aggiuntive di molibdeno e vanadio che ne affinano le proprietà.
La genesi dell’Acmonital è profondamente legata al contesto storico italiano. Dopo la Campagna d’Etiopia (1935-1936) e l’inasprirsi delle sanzioni internazionali, l’Italia fascista si trovò ad affrontare una grave carenza di materie prime importate, in particolare rame e nichel. In questo scenario di autarchia economica, il Governo italiano commissionò alla Società Nazionale di Cogne, un’importante industria siderurgica del Nord Italia, lo sviluppo di una lega “autarchica” che potesse sostituire i metalli tradizionalmente impiegati per la coniazione. Il risultato di questa ricerca fu il tondello in Acmonital.
L’Acmonital ha segnato un’importante innovazione nella numismatica italiana. A partire dal 1939, fu ampiamente impiegato per la coniazione di monete del Regno d’Italia con valori di 20 centesimi, 50 centesimi, 1 e 2 lire. Anche le monete dell’Albania italiana (0,2, 0,5, 1 e 2 lek) furono realizzate con questa lega. La sua importanza persistette anche dopo la nascita della Repubblica Italiana, che lo utilizzò per le monete da 50 e 100 lire e per la parte esterna delle monete bimetalliche da 500 lire, prima di essere dismesso con l’introduzione dell’euro.
Esistono due varianti principali di Acmonital:
- L’“Acmonital ferromagnetico”: composto da circa l’82% di ferro e il 18% di cromo, corrisponde all’acciaio AISI 430. Questa versione, sebbene più economica per l’assenza di nichel, è anche più dura.
- L’“Acmonital amagnetico”: composto da circa il 72% di ferro, 18% di cromo e 10% di nichel, corrisponde all’AISI 304. Le prime emissioni del 1939 furono in questa variante, ma dal 1940 si passò al tipo ferromagnetico a causa dell’elevato costo del nichel importato.
La notevole durezza dell’Acmonital, circa il doppio del nichel, presentò sfide significative nel processo di coniazione, rendendo difficile ottenere alti rilievi sulle monete e aumentando l’usura dei conii. Fu l’incisore Pietro Giampaoli a cui la Zecca affidò il delicato compito di risolvere questi problemi tecnici, permettendo la produzione in serie di monete in questa lega e dimostrando la sua eccezionale maestria.

(Numismatica Ranieri – Asta 17 – 28 ott. 2022 – lot 1078)
Dritto
Legenda: VITT EM III RE E IMP.
Nel campo la testa scoperta del sovrano, rivolta a destra.; sotto, G. Romagnoli.
Rovescio
Legenda: ITALIA.
Nel campo Corona di alloro che racchiude fascio littorio sormontato da aquila rivolta a sinistra ad ali spiegate in posizione frontale;
nell’esergo, stemma sabaudo tra valore e data;
in alto, a sinistra., PROVA.
Bibliografia
- P. P. 253
- Gig. P40

Modoetia Numismaticae © 2014-2024