Priapo (dal greco Príapos) è una figura della mitologia greca e romana, considerata il dio della fertilità e della generazione. Era spesso raffigurato con un’evidente ipertrofia del fallo, un simbolo diretto della sua funzione di protettore della procreazione, degli orti, dei vigneti e degli animali da allevamento. La sua immagine, un tempo considerata di buon auspicio e come un potente amuleto contro il malocchio, ha una sua presenza anche nella monetazione antica, dove si inseriva in un contesto di simboli e messaggi legati alla prosperità e all’abbondanza.
Nel contesto della Repubblica Romana, la monetazione era un mezzo per glorificare la storia e la mitologia della città. Era frequente trovare sulle monete, in particolare sul lato principale (dritto), raffigurazioni di divinità, semidei ed eroi che richiamavano le origini mitiche di Roma o le virtù dei suoi cittadini. Priapo, in quanto divinità della fertilità, poteva essere raffigurato in questo contesto per simboleggiare la prosperità agricola, una base fondamentale dell’economia e della società romana. La sua immagine era un augurio di abbondanza e di successo nei raccolti, valori molto apprezzati in una società prevalentemente agricola.
Con la fondazione dell’Impero Romano, la funzione della monetazione subì una trasformazione. Il dritto della moneta venne quasi sempre riservato al ritratto dell’imperatore o di un membro della sua famiglia, a scopo di propaganda e legittimazione del potere. Le divinità, gli eroi e le personificazioni allegoriche, come Priapo, presero posto sul rovescio. In questo nuovo contesto, la raffigurazione di Priapo continuò a veicolare messaggi di fertilità e abbondanza, ma con un’accentuazione sul ruolo dell’imperatore come garante di questa prosperità. Un rovescio che celebrava Priapo, in altre parole, era un modo per l’imperatore di dimostrare di aver portato all’Impero un’era di ricchezza agricola e di benessere.
La figura di Priapo si distingue dalle divinità olimpiche tradizionali per il suo aspetto più rustico e meno convenzionale. La sua presenza sulle monete ci ricorda che la religione romana non era limitata ai grandi dèi del pantheon, ma includeva una vasta gamma di divinità minori, legate alla vita quotidiana, alla natura e ai cicli della terra.

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