La Muragliola (o anche Muraiola, Muraglia, o Moraglia) è un nome popolare, di origine esclusivamente emiliana, dato a particolari monete di bassa lega o mistura. La denominazione deriva dal loro colore scuro, quasi “moro”, dovuto all’alta percentuale di rame nella lega rispetto all’argento o ad altri metalli più chiari. Questo aspetto le distingueva visivamente dalle monete di fino (argento puro) o di mistura con un titolo d’argento più elevato.
Queste monete di mistura furono coniate tra il XVI e il XVIII secolo in varie zecche, in particolare in Emilia. La loro emissione rispondeva alla necessità di avere un numerario per le transazioni quotidiane di piccolo valore, specialmente in periodi di carenza di metalli preziosi o per politiche monetarie che prevedevano la svalutazione.
Le prime Muragliole di cui si ha notizia furono battute a Piacenza e a Bologna nel 1534, con il valore di due Bolognini. Questo indica l’importanza di queste città come centri di coniazione e la diffusione della Muragliola nell’area emiliana fin da tempi precoci.
Oltre alle zecche principali, le Muragliole furono prodotte anche in diverse zecche minori dell’Emilia e del Nord Italia, tra cui:
Questa capillare diffusione in zecche diverse, spesso di piccoli stati o signorie, evidenzia la necessità diffusa di monete di questo taglio e la loro accettazione nel contesto economico locale.
Sembra che il nome “Muragliola” (o le sue varianti) derivi proprio dal loro colore scuro (moro), una caratteristica distintiva che le rendeva facilmente riconoscibili dalla popolazione.
È interessante notare che monete chiamate Muraiole da 2 e da 4 Baiocchi furono battute anche a Roma. Questo suggerisce che il termine, pur avendo origini emiliane, potrebbe aver trovato un uso più ampio o che tipologie di monete simili per caratteristiche (bassa lega, colore scuro) fossero denominate in modo analogo anche in altre regioni.
Le Muragliole sono un esempio di come le monete venissero percepite e denominate dalla popolazione in base alle loro caratteristiche fisiche più evidenti, al di là delle loro denominazioni ufficiali. Per i numismatici, queste monete rappresentano un interessante spaccato sulla monetazione locale e sulle abitudini di coniazione e circolazione in specifici contesti regionali dell’Italia tra il XVI e il XVIII secolo.

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