L’Acrostolio (dal greco akrostólion) era un’estensione ornamentale e distintiva posta sulla prua delle antiche navi da guerra, in particolare quelle greche e romane. Non si trattava di un elemento funzionale alla navigazione, bensì di un ornamento scultoreo, spesso riccamente decorato, che aveva un profondo significato simbolico e propagandistico. La sua importanza nel contesto numismatico deriva dal frequente utilizzo come simbolo di vittoria navale, potenza marittima e prestigio imperiale sulle monete dell’antichità.
Nella sua forma più comune, l’acrostolio poteva raffigurare vari elementi: protomi animali (come cigni o serpenti marini), teste di divinità o eroi, o complessi motivi geometrici e floreali. Era il punto più elevato e visibile della prua, destinato a impressionare e a identificare la nave. La sua presenza sulle imbarcazioni militari ne sottolineava la magnificenza e la forza.
Il valore simbolico dell’acrostolio emergeva in modo preminente dopo le vittorie navali. Era consuetudine per i vincitori catturare gli acrostoli delle navi nemiche sconfitte come veri e propri trofei di guerra. Questi venivano esposti pubblicamente in luoghi significativi, come il Foro Romano o i templi, per celebrare il trionfo e la superiorità navale. Questa pratica rendeva l’acrostolio un potentissimo emblema di successo militare e di dominio sui mari.
La sua rappresentazione sulle monete, sia repubblicane che imperiali, era un chiaro riferimento alle conquiste navali e alla potenza marittima di Roma. Monete che raffiguravano acrostoli miravano a glorificare specifici trionfi, a celebrare la fondazione di colonie marittime, o a onorare imperatori che avevano dimostrato abilità strategica in mare. Ad esempio, gli acrostoli potevano apparire in combinazione con immagini di ancore, triremi o figure allegoriche come la Vittoria, rafforzando il messaggio di supremazia navale. Queste emissioni monetarie non solo commemoravano eventi specifici, ma servivano anche a proiettare un’immagine di sicurezza e controllo sui commerci marittimi, essenziali per la prosperità dell’Impero. L’acrostolio, quindi, da semplice ornamento navale, si trasformò in un’icona numismatica evocativa di forza, espansione e successo.

Ag – Ø 21 mm – 3,99 g
(A. Tkalec, Auction May 2006, 7 mag. 2006, lot. 107)
Dritto
Legenda: C. NORBANVS
Nel campo la testa di Venere a destra, con diadema. Dietro un numero di controllo (XX)
Rovescio
Legenda: Anepigrafo
Nel campo da sinistra a destra: un acrostolium, un fascio con scure, un caduceo e una spiga di grano
Bibliografia
- Cr. 357/1a
- Syd. 740

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