L’Ongaro è il nome italiano dato al fiorino d’oro coniato in Ungheria a partire dalla prima metà del Trecento. Il termine, che significa letteralmente “ungherese”, probabilmente di origine veneta, riflette l’ampia circolazione e l’influenza di questa moneta nel commercio internazionale.
Le caratteristiche principali dell’Ongaro includono:
- Metallo e Peso: Era una moneta d’oro con un peso di circa 3,40 grammi, in linea con lo standard del fiorino di Firenze. Questo peso standard ne facilitava l’accettazione nel commercio europeo.
- Iconografia:
- Dritto: Presentava una figura maschile in armatura, tipicamente un duca, un conte o un principe. Questo tipo iconografico, sebbene variasse, era un simbolo di forza e sovranità.
- Rovescio: Un’iscrizione al centro di una cartella ornata.
- Imitazioni e Diffusione: L’Ongaro fu largamente imitato in molti paesi europei per il suo basso titolo d’oro rispetto al fiorino di Firenze o al ducato di Venezia. Mentre queste monete “originali” erano spesso coniate con oro purissimo (obrizo), l’Ongaro e le sue imitazioni contenevano una percentuale inferiore di fino, rendendole più facili ed economiche da produrre, sebbene con un valore intrinseco leggermente inferiore.
Le imitazioni più famose dell’Ongaro furono quelle battute nei Paesi Bassi, a loro volta ampiamente imitate da diverse zecche italiane, tra cui:
A causa della rappresentazione di un guerriero in larghe braghe, le imitazioni dell’Ongaro furono spesso chiamate anche Bragoni (da braghe, pantaloni), un soprannome che le distingueva ulteriormente.
L’Ongaro rappresenta un esempio significativo di come una moneta di successo potesse influenzare la monetazione di un’intera regione, portando alla diffusione di imitazioni che, pur differenziandosi per il titolo, mantenevano il peso e l’iconografia del modello originale.

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