7 Agosto 2025
bibliografia

Il termine Nummo (o Nummus, al plurale Nummi) significa genericamente “moneta” in latino. Tuttavia, nella numismatica, e in particolare nel contesto della monetazione romana e bizantina, esso assume un significato più specifico, spesso riferendosi a monete di basso valore, in particolare quelle di bronzo o rame.

Quando si parla di “Nummo” in relazione all’Egitto, ci si riferisce tipicamente alla monetazione coniata in quella provincia sotto il dominio romano e, successivamente, bizantino. L’Egitto aveva un sistema monetario peculiare rispetto al resto dell’Impero Romano, con una propria zecca ad Alessandria che produceva emissioni distinte.

In questo contesto, il Nummo può indicare in particolare:

  • Le monete di bronzo o mistura: In epoca tardo-romana e bizantina, il termine nummus venne sempre più associato a monete di base metallica (bronzo o leghe di rame con minima percentuale d’argento), di piccolo taglio e destinate alla circolazione spicciola. Queste erano emesse in grande quantità e costituivano la spina dorsale delle transazioni quotidiane.
  • Le peculiarità della monetazione egiziana: L’Egitto aveva una tradizione monetaria che divergeva da quella di Roma. Sotto i Tolomei, si producevano monete di bronzo di grandi dimensioni, e anche sotto il dominio romano, la zecca di Alessandria continuò a emettere una monetazione propria, con tipologie iconografiche e denominazioni specifiche per la provincia, spesso diverse da quelle circolanti nel resto dell’Impero. I “nummi” egiziani potevano quindi avere caratteristiche uniche.

Per i numismatici, l’analisi dei nummi egiziani è importante per comprendere le dinamiche economiche della provincia, il suo rapporto con l’Impero centrale e le specificità del suo sistema monetario.

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