Il termine Nominale in numismatica ha un duplice significato, strettamente correlato ma distinto:
- In senso stretto: Il nome di una moneta. Il nominale può riferirsi semplicemente al nome proprio o alla denominazione specifica di una moneta. Ad esempio, “denario”, “lira”, “dollaro”, “euro” sono tutti nominali. Questa accezione serve a identificare e distinguere le diverse valute in base alla loro designazione ufficiale o comune. È il modo in cui una moneta viene chiamata e riconosciuta all’interno di un sistema monetario.
- In senso lato: Il suo valore legale. Questo è l’uso più frequente e significativo del termine in numismatica ed economia monetaria. Il nominale (o valore nominale) indica il valore legale o facciale che l’autorità emittente attribuisce a una moneta, il valore cioè per cui essa deve essere accettata nei pagamenti. Questo valore è stampato o inciso sulla moneta (ad esempio, “€1”, “20 Franchi”, “50 Cent”).È fondamentale distinguere il valore nominale dal valore intrinseco (o reale) della moneta:
- Il valore intrinseco è dato dal valore di mercato del metallo di cui la moneta è composta (peso per purezza del metallo prezioso).Il valore nominale è quello che le viene attribuito per legge dall’autorità.
La comprensione del concetto di nominale è cruciale per l’analisi delle politiche monetarie e delle dinamiche economiche attraverso la numismatica. Le variazioni tra valore nominale e intrinseco sono state storicamente utilizzate dagli stati per finanziare spese, combattere l’inflazione o stimolare l’economia.

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