Il Mezzanino è un termine numismatico generico che indica una moneta con un valore equivalente alla metà di un’altra moneta di riferimento o “tipo”. Questo nome sottolinea la sua funzione di denominazione divisionale, essenziale per facilitare gli scambi di valore inferiore rispetto alla moneta intera.
Il Mezzanino appare in diversi contesti storici e geografici italiani:
- Mezzanino Veneziano (XIV secolo): Un esempio significativo è il Mezzanino coniato a Venezia sotto il doge Francesco Dandolo (1328-1339). Questa moneta d’argento era l’equivalente di mezzo Grosso veneziano e valeva un Soldo e mezzo. A quell’epoca, il Grosso veneziano era una moneta d’argento di buona lega e ampiamente accettata, che valeva tre Soldi. Il Mezzanino di Dandolo era quindi cruciale per le transazioni di medio-basso valore nella florida economia veneziana.
- Mezzanino di Bologna (XV secolo): Anche a Bologna, nel corso del XV secolo, venne coniato un Mezzanino. In questo caso, la moneta aveva il valore di mezzo Bolognino, il Bolognino essendo un’altra moneta d’argento locale di ampia circolazione. Questo dimostra come il termine “Mezzanino” fosse un appellativo funzionale, adottato da diverse zecche per indicare la moneta di valore pari alla metà di una denominazione principale.
L’esistenza dei Mezzanini evidenzia la necessità dei sistemi monetari medievali e rinascimentali di disporre di una gamma diversificata di tagli per coprire tutte le esigenze commerciali, dalle grandi transazioni (con monete d’oro o grossi d’argento) agli scambi quotidiani (con monete divisionali come i Mezzanini e i denari). Queste monete, pur essendo di piccolo taglio, sono preziose per i numismatici, poiché offrono uno spaccato dettagliato delle economie locali e delle politiche monetarie del tempo.

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