La Lira è stata una delle valute più longeve e significative della storia italiana ed europea, con una storia che affonda le radici nel sistema monetario carolingio e giunge fino all’avvento dell’Euro. Il suo nome deriva dalla libbra (in latino libra), l’unità di peso adottata da Carlo Magno come base del suo sistema monetario.
La Lira come Unità di Conto (Medioevo)
Inizialmente, la Lira non era una moneta fisica, bensì un’unità di conto. Con la riforma monetaria carolingia, definita nel IX secolo, la Lira era stabilita come pari a 240 denari o 20 soldi. Questo sistema a base dodicesimale e vigesimale (1 lira = 20 soldi; 1 soldo = 12 denari) dominò l’Europa per secoli.
Tra l’XI e il XIV secolo, in Italia, la Lira si distinse ulteriormente in:
- Lira dei Piccoli: Un’unità di conto di valore inferiore.
- Lira dei Grossi o di Banco: Un’unità di conto di valore superiore, utilizzata nelle grandi transazioni commerciali e bancarie.
Entrambe rimasero monete “immaginarie” o di conto, ovvero non esistevano fisicamente come monete coniate, ma servivano a esprimere valori e facilitare i calcoli economici.
La Lira come Moneta Reale (Dal XV Secolo)
A partire dal XV secolo, l’espansione del commercio e la crescente complessità economica spinsero gli stati italiani a convertire queste unità di conto in monete reali. La Lira iniziò a essere coniata in argento, diventando una vera e propria moneta circolante.
- Il Tron: Probabilmente la prima moneta con il valore di una Lira fu il Tron, una moneta d’argento da circa 6,4 grammi emessa a Venezia dal doge Nicolò Tron (da cui prese il nome) nel 1472.
- Diffusione: Altre monete simili, denominate Lira, furono poi coniate in diverse zecche italiane, tra cui Milano, Genova (la lira genovese), Pavia, ecc. Anche sovrani come Emanuele Filiberto di Savoia (XVI secolo) emisero le proprie Lire.
La Lira nell’Età Moderna e Contemporanea
Il concetto di Lira come moneta reale e decimale fu rilanciato in epoca napoleonica:
- Lira Napoleonica: Napoleone I, nel suo ruolo di Re d’Italia, adottò la Lira come moneta per il Regno d’Italia. Fece coniare una moneta d’argento suddivisa secondo il sistema decimale, a imitazione del franco d’argento francese (1 lira = 100 centesimi).
- Regno d’Italia (1861-2002): Assunta come moneta base anche nei successivi stati italiani pre-unitari, la Lira fu infine adottata come valuta ufficiale del Regno d’Italia nel 1862, dopo l’Unità. Il suo valore iniziale fu fissato, in linea con gli standard dell’Unione Monetaria Latina, a 5 grammi d’argento (o 0,3225 grammi d’oro).
La storia della Lira nel XX secolo è stata caratterizzata da significative trasformazioni:
- Convertibilità e Crisi: Nel 1882 fu ristabilita una moderata convertibilità della Lira. La riforma bancaria del 1893 impose una copertura aurea del 40% per la circolazione, che rimase fino al 1927.
- Periodo Fascista: L’attivismo monetario del governo fascista culminò con il discorso di Pesaro (1926), in cui Mussolini annunciò la rivalutazione della Lira a “Quota 90” (90 Lire per una Sterlina inglese), un obiettivo di prestigio che causò però una forte depressione economica, aggravata dalla crisi internazionale del 1929-1933. Questo portò a immobilizzi bancari e fallimenti.
- Svalutazioni e Riforme: Nel 1936, la Lira fu svalutata del 40,94%. Nello stesso anno fu promulgata la legge bancaria, che riorganizzava il sistema creditizio su basi specialistiche.
- Dopoguerra e Crisi Valutarie: Dopo il tormentato periodo bellico, in cui la moneta perse gran parte del suo valore, l’Italia aderì al FMI nel 1960. La Lira fu dichiarata convertibile in 0,00142 grammi d’oro, pari a 625 Lire per Dollaro. Questa parità fu mantenuta attraverso due crisi valutarie (1963-64 e 1969-70), fino al febbraio del 1973, quando il sistema passò a un regime di cambi fluttuanti.
- L’Euro: La Lira italiana è uscita definitivamente di circolazione con l’avvento dell’Euro il 1° gennaio 2002, segnando la fine di una delle valute più emblematiche d’Europa.

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