La Baiocchella è il diminutivo del più celebre baiocco, utilizzato per indicare specificamente le piccole monete di bassa lega o interamente in rame. Queste monete erano coniate in particolare a Roma, ma la loro diffusione e il loro successo come valuta spicciola portarono a frequenti imitazioni da parte di altre zecche minori.
Il baiocco era la moneta divisionale per eccellenza dello Stato Pontificio, coniata per secoli e di ampia circolazione. La Baiocchella rappresenta un taglio ancora più minuto o una versione svalutata di questa valuta di base. La sua composizione in bassa lega (una mistura con scarsa percentuale di argento) o in puro rame la rendeva adatta per le transazioni quotidiane di infimo valore, necessarie per la vita economica della popolazione comune.
La coniazione di Baiocchelle a Roma rispecchiava l’esigenza delle autorità pontificie di fornire moneta minuta per il mercato. Tuttavia, la loro semplicità di produzione e il loro basso valore intrinseco le rendevano facili da imitare. Per questo motivo, molte zecche minori, sia legali che clandestine, o anche altre signorie limitrofe, producevano le proprie Baiocchelle per far fronte alla domanda di moneta spicciola, spesso con un titolo ancora inferiore o con dettagli di coniazione meno curati.
L’uso del diminutivo “Baiocchella” riflette l’atteggiamento popolare verso queste monete: piccole, umili e onnipresenti nel portafoglio di tutti i giorni. Per i numismatici, le Baiocchelle sono importanti testimonianze delle politiche monetarie relative alle valute divisionali, della loro diffusione capillare e delle pratiche di contraffazione e imitazione che caratterizzavano i sistemi monetari pre-moderni in Italia.

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