L’Asse (in latino as, gen. assis) era una moneta romana fondamentale, inizialmente coniata in bronzo e successivamente in rame, che ebbe un ruolo centrale nel sistema monetario della Repubblica e dell’Impero Romano. Il suo nome deriva dal latino as, che significa “unità” o “intera”, ed era legato a un’unità di misura di peso, inizialmente corrispondente a una libbra romana.
L’introduzione dell’Asse è databile al IV secolo a.C., in un’epoca in cui Roma stava evolvendo da un’economia basata sul baratto e sull’uso di metalli pesati (come l’Aes Rude e l’Aes Signatum) verso un sistema monetario più strutturato. I primi Assi erano pezzi di grandi dimensioni e peso notevole, prodotti mediante fusione (per questo rientrano nella categoria dell’Aes Grave), distinguendosi dalle successive monete coniate a martello. La fusione permetteva di realizzare monete robuste, il cui valore intrinseco era strettamente legato al peso del metallo.
Le prime emissioni di Asse presentavano un’iconografia distintiva e immediatamente riconoscibile:
- Sul dritto, la testa bifronte di Giano, divinità degli inizi e dei passaggi, che guardava contemporaneamente al passato e al futuro.
- Sul rovescio, la prua di una nave, simbolo della potenza marittima di Roma e delle sue ambizioni commerciali e militari.
- Inizialmente, il valore nominale dell’Asse era indicato dal segno “I” (uno), a conferma della sua natura di unità.
Accanto all’Asse, vennero introdotti i suoi sottomultipli, ciascuno con un nome proprio e una specifica iconografia, per facilitare le transazioni di valore minore. Tra i più comuni si trovavano il semisse (1/2 asse), il triente (1/3), il quadrante (1/4), il sestante (1/6) e l’oncia (1/12). Questa serie completa di tagli permetteva un sistema di pagamenti versatile.
Nel corso dei secoli, il peso dell’Asse subì progressive riduzioni (fenomeno noto come “riduzione dell’asse”), a causa di esigenze finanziarie dello Stato e di svalutazioni. Con l’introduzione del denaro d’argento nel 211 a.C., l’Asse perse la sua posizione dominante come unità monetaria principale, ma continuò a essere coniato, spesso in rame, fungendo da moneta divisionale di minor valore per le transazioni quotidiane, anche sotto l’Impero. La sua lunga storia e le sue molteplici trasformazioni lo rendono un elemento chiave per comprendere l’evoluzione monetaria e l’economia romana.

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