Il veronese era un denaro imperiale coniato nella zecca di Verona tra il 1039 e il 1125. Questa moneta, sebbene di piccolo taglio, è un testimone importante del potere imperiale nel nord Italia. Con un peso di 0,45 grammi e un titolo di 233/1000 (il che significa che conteneva circa il 23,3% di argento puro), il veronese era una moneta di valore modesto ma ampiamente circolante.
Caratteristiche Iconografiche
Il veronese si distingueva per la sua iconografia semplice ma potente. Su entrambi i lati era raffigurata una croce, da cui il suo nome alternativo di crociato. La croce era un simbolo di grande importanza nel Medioevo, in quanto rappresentava la fede cristiana e il potere spirituale dell’imperatore. La sua presenza su entrambi i lati della moneta era un modo per sottolineare la devozione dell’imperatore e la sua autorità divina.
Il Contesto Storico
L’emissione del veronese si inserisce in un periodo di grande fermento politico per l’Italia settentrionale. Le città-stato stavano acquisendo una maggiore autonomia, ma il potere imperiale era ancora forte. La coniazione di un denaro imperiale a Verona era un segno del controllo dell’imperatore sulla città e sulla sua economia.
La sua storia è un esempio di come le monete non siano solo strumenti di scambio, ma anche potenti veicoli di propaganda politica e religiosa.

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