La torque (torquis o torques in latino) era un collare o girocollo, spesso realizzato in oro o bronzo e talvolta in argento, ampiamente utilizzato dai Celti, dagli Sciti e da altri popoli antichi. Il suo nome deriva dal latino torquĕo (“torcere”), poiché era spesso realizzata con una disposizione a tortiglione. La torque non era un semplice gioiello, ma un oggetto multifunzionale che rivestiva ruoli decorativi, militari, apotropaici (di protezione) e di identificazione etnica.
Origini e Diffusione
L’uso della torque risale all’Età del Bronzo (II-I millennio a.C.) in Europa e se ne trovano tracce fino al periodo delle invasioni barbariche del V secolo. Il suo utilizzo divenne particolarmente comune a partire dal IX secolo a.C., diffondendosi tra tutte le tribù celtiche, dai Britanni ai Galati in Asia Minore. Popoli non celtici come Germani, Sciti e Illiri adottarono anch’essi questo distintivo collare.
Uso e Significato presso i Celti
Per i Celti, la torque aveva un significato profondo e mistico. Era un simbolo di divinità e potere, e indossarla era un modo per invocare la protezione degli dèi. Si riteneva che la torque fosse un talismano in grado di concentrare l’energia mistica sul corpo di chi la portava, proteggendolo da ogni male.
La sua importanza è testimoniata da numerosi ritrovamenti archeologici. Torques sono state rinvenute nelle tombe di individui di alto rango, a simboleggiare il legame eterno con gli dèi e augurare un buon viaggio nell’oltretomba. La Tomba di Vix, in Borgogna, che ha restituito la sepoltura di una principessa, ne è un esempio lampante.
Inoltre, la torque era un segno di alto rango e veniva spesso raffigurata su statue di divinità o di guerrieri celtici, a testimonianza del suo ruolo come protezione divina in battaglia. La celebre statua del Galata morente mostra un guerriero che indossa solo la torque al collo, a sottolineare il valore protettivo di questo oggetto.

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