11 Luglio 2025
bibliografia

Il Grano (plurale: Grana) è stata un’importante unità di valore e moneta di rame, particolarmente diffusa nell’Italia meridionale.

Inizialmente, il Grano fu concepito come un’unità di conto sotto Federico II di Svevia (nel 1222), equivalente alla seicentesima parte dell’oncia d’oro. Questo ne faceva una frazione molto piccola di una moneta di alto valore, utile per le minute contrattazioni.

Successivamente, il Grano divenne una moneta effettiva di rame, utilizzata per le transazioni di piccolo taglio, specialmente a partire dal periodo aragonese in poi. La sua coniazione iniziò per la prima volta come moneta da Ferdinando I di Napoli. Fu battuta fino al 1860, testimoniando una lunghissima circolazione.

Il sistema di valori basato sul Grano era il seguente:

  • 10 Grana formavano un Carlino.
  • 20 Grana formavano un Tarì.
  • Un Grano valeva inizialmente 12 Cavalli (o 12 denari in Sicilia).
  • Successivamente, nel 1818, il suo valore fu equiparato a 10 Cavalli (o Calli).

In alcuni contesti, il Grano fu anche equiparato a 36 ducati, indicando probabilmente un valore di conto per grandi somme o in specifiche aree.

Il Grano è un esempio significativo della monetazione del Regno di Napoli e Sicilia, fondamentale per comprendere le transazioni quotidiane e la struttura economica di queste regioni per diversi secoli.

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