Cibele (in latino Magna Mater, la “Grande Madre”) è una divinità di origine orientale, specificamente frigia, venerata come la Madre degli Dei. Il suo culto fu introdotto a Roma nel III secolo a.C. e divenne una figura significativa nella religione romana, apparendo frequentemente anche nella numismatica.
Come altre divinità personificate, dei, semidei ed eroi, Cibele era spesso raffigurata sul lato principale (dritto) delle monete durante il periodo della Repubblica Romana. Questo metteva in evidenza il suo ruolo cruciale e la sua importanza nel pantheon romano, dove era associata alla fertilità, alla natura selvaggia e alla protezione della città.
Con la fondazione dell’Impero Romano, la monetazione subì un’evoluzione. Le effigi degli imperatori e dei membri della famiglia imperiale assunsero il posto d’onore sul dritto delle monete, affermando il loro ruolo centrale nel potere e nella propaganda. Di conseguenza, divinità come Cibele presero posto sul rovescio della moneta. Anche qui, la sua presenza non era casuale, ma veicolava messaggi importanti: la stabilità dell’Impero, la fertilità della terra sotto il dominio imperiale e la protezione divina sulla dinastia regnante.
Nelle raffigurazioni monetarie, Cibele è spesso mostrata seduta su un trono, con una corona turrita (che simboleggia le mura della città o la sua funzione di protettrice di città e popoli), e affiancata da leoni o cavalcando un carro trainato da essi. Questi attributi ne sottolineano il potere regale e la sua natura di divinità della natura selvaggia.
Lo studio delle raffigurazioni di Cibele sulle monete romane è fondamentale per i numismatici, in quanto offre uno spaccato delle credenze religiose, delle influenze culturali orientali e delle strategie di propaganda imperiale dell’antica Roma.

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