Dea dell’Amore e della Bellezza
Venere (Venus in latino) era una delle maggiori dee romane, principalmente associata all’amore, alla bellezza e alla fertilità. Corrispondente alla greca Afrodite, Venere rivestiva un ruolo di grande importanza nel pantheon romano, non solo come dea dell’eros, ma anche come figura centrale nella storia di Roma stessa.
Venere nella Storia Romana
Un elemento distintivo del culto di Venere a Roma era il suo ruolo di antenata del popolo romano tramite il suo leggendario fondatore, Enea. La sua discendenza, quindi, la rendeva una divinità di primaria importanza, strettamente legata all’identità e al destino di Roma. Per questo, Venere giocava un ruolo chiave in molte festività e riti della religione romana.
Inoltre, la figura di Venere era particolarmente cara a Giulio Cesare e alla dinastia giulio-claudia. Cesare, che riteneva di discendere da Venere attraverso la sua famiglia, la gens Iulia, la elevò a simbolo del suo potere e del suo diritto di regnare.
Venere nella Numismatica
La rappresentazione di Venere sulle monete romane è una testimonianza della sua centralità. Durante la Repubblica Romana, come altre divinità, Venere veniva spesso raffigurata sul lato principale delle monete (dritto). Con la fondazione dell’Impero, tuttavia, il suo posto, come quello di altre divinità, fu spostato sul rovescio, mentre il dritto fu riservato all’immagine dell’imperatore e della sua famiglia. Questo cambiamento riflette il passaggio da un sistema di valori repubblicano a uno imperiale, dove il culto dell’imperatore era predominante.
Le raffigurazioni di Venere potevano variare, ma spesso la dea era ritratta con simboli di amore e bellezza, come la colomba o la mela, o con un’immagine che richiamava il suo ruolo di madre di Enea e progenitrice di Roma.

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