
Il termine tetrastilo (tetrastylos in greco) si riferisce a un portico o un tempio con quattro colonne sulla facciata principale. Questa configurazione architettonica era comune nell’antichità, sia in Grecia che a Roma, e veniva utilizzata per strutture di dimensioni moderate, come templi, portici e ingressi monumentali.
Origine e Diffusione
L’uso di quattro colonne sulla facciata era un elemento distintivo dell’architettura classica. In Grecia, i templi tetrastili, sebbene meno imponenti di quelli esastili o ottastili, erano diffusi e rappresentavano un’estetica di equilibrio e armonia. A Roma, la configurazione tetrastila era molto comune, in particolare per i piccoli templi, come ad esempio il Tempio di Portuno nel Foro Boario.
La scelta del numero di colonne non era casuale, ma rispondeva a precise regole di proporzione e di stile. Le colonne, con i loro capitelli e i loro fusti, conferivano alla struttura un’eleganza e una solennità che erano un riflesso della cultura e della religione del tempo.
Variazioni e Tipi
Il tetrastilo poteva presentarsi in diverse varianti:
- In antis: Il tempio ha un portico con due colonne tra le ante (le pareti che sporgono dalla facciata).
- Prostilo: Il tempio ha un portico con quattro colonne sulla facciata, ma senza ante.
- Anfiprostilo: Il tempio ha un portico tetrastilo sia sulla facciata principale che su quella posteriore.
In sintesi, il tetrastilo non è solo un numero di colonne, ma un concetto architettonico che ci permette di comprendere l’estetica, la tecnica costruttiva e la cultura del mondo classico. La sua analisi fornisce preziosi indizi sulle pratiche religiose, sui rituali pubblici e sul rapporto tra la sfera umana e quella divina.

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