17 Agosto 2025
bibliografia

La Rosina è il nome popolare dato a una moneta d’oro del Granducato di Toscana, coniata nel 1718 da Cosimo III de’ Medici, con l’indicazione della zecca di Livorno (LIBURNI). Il nome “Rosina” deriva, come per la Rosalina, da cui prende il suo valore quadruplo, dalla raffigurazione di una pianta di rose fiorita sul rovescio. Con un valore di quattro rosalini o, equivalentemente, di otto scudi, la Rosina era una delle monete di più alto taglio del suo tempo, destinata alle grandi transazioni commerciali e ai pagamenti diplomatici.

La sua coniazione è un’importante testimonianza della storia economica della Toscana. In un’epoca di profonda crisi economica, Cosimo III cercò di rinvigorire l’economia del Granducato con l’emissione di monete di alto valore, che potessero competere con le valute internazionali. La Rosina, con il suo alto titolo d’oro e la sua iconografia di prestigio, era uno strumento per affermare la stabilità e la prosperità del Granducato.

L’iconografia della Rosina è ricca di simbolismo:

  • Dritto: Sul dritto della moneta si trovava lo stemma mediceo, un simbolo di potere e di continuità dinastica.
  • Rovescio: Sul rovescio, la pianta di rose fiorita era un’allusione alla prosperità e alla ricchezza del Granducato. La scritta LIBURNI indicava la zecca di Livorno, un porto franco di grande importanza commerciale, e serviva a rassicurare i mercanti sulla qualità della moneta.

La Rosina, sebbene sia stata coniata per un breve periodo, è un testimone della storia economica e politica della Toscana. La sua analisi fornisce preziosi indizi sulle ambizioni del Granducato e sul ruolo cruciale che il commercio giocava nella sua economia.

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