La Rosalina (o rosalino) è il nome popolare di una piastra d’argento coniata a Firenze nel 1665, durante il Granducato di Toscana. Il suo nome deriva dall’iconografia del rovescio, che reca una rosa, e la sua importanza storica risiede nel suo valore e nel suo peso, che erano uguali al famoso Pezzo da otto spagnolo. La Rosalina è un esempio di come gli stati italiani cercassero di competere con le monete straniere che dominavano il commercio internazionale.
La coniazione della Rosalina è strettamente legata alla città di Livorno. Sul rovescio della moneta, oltre alla rosa, si trova la scritta QUAESITA LIBURNI (cercata a Livorno), un’allusione alla sua funzione di moneta di prestigio per il porto franco toscano. La scritta celebrava Livorno come un centro commerciale di grande importanza, un luogo dove mercanti da tutto il mondo cercavano di fare affari.
L’introduzione della Rosalina aveva diversi scopi:
- Legittimazione economica: Coniare una moneta di alto valore, equivalente al Pezzo da otto, era un modo per il Granducato di Toscana di affermare il suo ruolo nel commercio internazionale e di garantire la stabilità del suo sistema monetario.
- Propaganda politica: La Rosalina era un veicolo per celebrare la grandezza di Livorno e del Granducato di Toscana. La sua iconografia, con la rosa e la scritta, era un promemoria costante della prosperità e del potere della Toscana.
- Competizione monetaria: Il Pezzo da otto spagnolo era la moneta d’argento più diffusa al mondo. Coniando una moneta equivalente, il Granducato di Toscana sperava di attirare i mercanti e di sostituire la valuta straniera con una propria.
La Rosalina, sebbene sia stata coniata per un breve periodo, è un testimone della storia economica e politica della Toscana. La sua analisi fornisce preziosi indizi sulle ambizioni del Granducato e sul ruolo cruciale che il commercio giocava nella sua economia.

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