La Quintina è una piccola moneta d’argento che appartiene alla storia del Regno di Napoli. Il suo nome deriva dal suo valore, che era pari a un quinto di carlino, una delle monete d’argento più importanti del regno. La Quintina fu coniata nel 1466 e aveva un valore di 12 piccoli, un’altra moneta di piccolo taglio che circolava all’epoca.
La sua introduzione nel sistema monetario napoletano è legata al regno di Ferdinando I di Napoli, detto “Ferrante”. Dopo la sua ascesa al trono, Ferdinando I intraprese una riforma monetaria per stabilizzare l’economia del regno e per affermare la propria sovranità. La coniazione di nuove monete, tra cui la Quintina, fu uno degli strumenti utilizzati per raggiungere questo obiettivo.
La Quintina, con il suo valore di un quinto di carlino, serviva a facilitare le transazioni di piccolo e medio taglio, a colmare il divario tra le monete di alto valore come il carlino e quelle di valore molto basso come il piccolo. La sua coniazione in argento, sebbene di bassa lega, ne garantiva una certa affidabilità e un’ampia accettazione nel commercio.
L’iconografia della Quintina era solitamente semplice, ma ricca di simbolismo. Sul dritto, si trovava lo stemma degli Aragona, con le barre rosse e gialle, mentre sul rovescio si trovava una croce o un’altra figura religiosa. La presenza dello stemma aragonese era un chiaro messaggio di propaganda che ribadiva il dominio della dinastia sull’Italia meridionale.
In sintesi, la Quintina è un piccolo ma significativo testimone della storia del Regno di Napoli. La sua analisi fornisce preziose informazioni sulle politiche economiche di Ferdinando I d’Aragona e sulla struttura del sistema monetario napoletano nel XV secolo.

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