8 Ottobre 2025
bibliografia

I Littori (in latino lictores) erano ufficiali pubblici nell’antica Roma, il cui compito principale era quello di precedere e scortare i magistrati che detenevano l’imperium, come i Consoli, i Pretori e i Dittatori. La loro presenza era un simbolo visibile dell’autorità e del potere coercitivo del magistrato.

Il simbolo distintivo che i littori portavano era il fascio littorio (in latino fasces). Questo consisteva in un fascio di verghe di olmo o betulla legate insieme da strisce di cuoio, al cui interno, fuori Roma, era inserita anche una scure (securis).

Il fascio littorio con la scure simboleggiava il potere del magistrato di:

  • Fustigare (con le verghe): La capacità di imporre pene corporali ai cittadini romani.
  • Condannare a morte (con la scure): Il diritto di eseguire la pena capitale (solo fuori dal pomerium, il confine sacro di Roma, dove il diritto di appello al popolo limitava questo potere).

Il numero di littori che scortavano un magistrato variava a seconda del suo rango e del suo potere:

  • Dittatore: 24 littori
  • Console: 12 littori (ciascuno)
  • Pretore: 6 littori (fuori Roma), 2 littori (a Roma)
  • Edile curule: 2 littori

Nelle monete romane, i littori e i fasci littori sono elementi iconografici importanti, spesso presenti per sottolineare l’autorità, il potere e la legittimità del magistrato o dell’imperatore raffigurato. La loro apparizione sul rovescio delle monete poteva commemorare la detenzione di una carica specifica da parte del sovrano o celebrare il ripristino dell’ordine e dell’autorità dello Stato. Il fascio littorio, in particolare, divenne un simbolo duraturo di potere, ripreso anche in epoche successive (come nel fascismo italiano) per evocare la forza e l’autorità dell’antica Roma.

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