11 Luglio 2025
bibliografia

Iside (in greco Isis, dall’egizio Aset), la “Moglie di Osiride“, è una delle più importanti e venerate divinità egiziane. Dea della maternità, della magia, della fertilità e della guarigione, il suo culto si diffuse ampiamente oltre i confini dell’Egitto, raggiungendo il mondo greco-romano e diventando particolarmente popolare nell’Impero Romano.

Come molte altre divinità, Semidei ed Eroi, Iside fu frequentemente raffigurata sulle monete romane, riflettendo la sua crescente influenza nel pantheon romano e nella religiosità popolare.

  • Periodo della Repubblica Romana: Durante la Repubblica, le divinità erano spesso rappresentate sul lato principale (dritto) delle monete. Sebbene il suo culto fosse inizialmente visto con sospetto a Roma, l’influenza egiziana crebbe dopo la conquista dell’Egitto. Le prime apparizioni di Iside potrebbero essere state su emissioni che facevano riferimento a generali o magistrati legati all’Oriente. La sua iconografia la vede spesso con attributi egiziani come il sistro (uno strumento musicale sacro), la cornucopia, il loto o la corona con il disco solare e le corna vaccina.
  • Periodo Imperiale: Con la fondazione dell’Impero, l’effigie dell’imperatore divenne la figura dominante sul dritto. Di conseguenza, Iside, come molte altre divinità, prese posto prevalentemente sul rovescio della moneta. La sua presenza sul rovescio è particolarmente notevole durante i regni di imperatori che avevano un forte legame con l’Egitto o che promuovevano culti orientali, come Adriano (che viaggiò estensivamente in Egitto) o i dinasti di origine africana come i Severi. Su queste monete, Iside poteva apparire in diverse pose, talvolta con il bambino Horus in braccio (simbolo della maternità), o come Iside Pelagia, protettrice dei marinai, con il vessillo. La sua presenza serviva a celebrare la ricchezza e l’importanza dell’Egitto per l’Impero, o a veicolare messaggi di prosperità, sicurezza e benevolenza divina.

Il culto di Iside, con le sue promesse di salvezza e rinascita, attrasse un gran numero di seguaci a Roma e in tutto l’Impero, e la sua raffigurazione sulle monete è una testimonianza tangibile della fusione culturale e religiosa che caratterizzò il mondo romano.

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