Il conio di incudine è il conio inferiore della coppia utilizzata nel processo di coniazione delle monete, in particolare nella storica tecnica della coniazione a martello.
Le sue caratteristiche principali sono:
- Posizione Fissa: A differenza del conio superiore (o di martello), il conio di incudine era solitamente fisso. Veniva saldamente inserito in un’incudine o in un blocco stabile di legno o metallo, per resistere all’impatto del colpo.
- Nome Alternativo: Era anche comunemente chiamato Pila. Questo termine deriva dal latino pila, che significa “pilastro” o “colonna”, a sottolineare la sua funzione di base solida.
- Impronta: Il conio di incudine conteneva l’impronta di uno dei due lati della moneta, generalmente il rovescio. Il tondello veniva posizionato sopra di esso, e il conio superiore lo colpiva dall’alto.
- Usura e Conservazione: Essendo il conio fisso e solitamente meno esposto all’impatto diretto del martello (che invece colpiva il conio superiore), i conii di incudine tendevano a durare più a lungo e a conservare meglio i dettagli incisi rispetto ai conii di martello. Per questo motivo, le impronte del rovescio sulle monete antiche sono spesso più nitide di quelle del dritto.
Lo studio delle “pilae” è fondamentale per i numismatici, che possono analizzare le micro-variazioni tra i conii di incudine per distinguere le emissioni, datare le monete e comprendere l’organizzazione delle zecche antiche.

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