La Chimera (dal greco antico: Χίμαιρα, Chímaira) è un mostro leggendario che affonda le sue radici nella mitologia greca, e che ha poi trovato spazio anche nelle tradizioni romana ed etrusca.
La sua caratteristica distintiva è la composizione ibrida: è formata da parti del corpo di animali diversi, un’unione di ferocia e potenza.
Nell’iconografia classica, la Chimera è tipicamente descritta con:
- La testa di leone (o a volte tre teste: di leone, di capra e di drago/serpente).
- Il corpo di capra.
- La coda di serpente (o di drago).
- Spesso è raffigurata anche con la capacità di sputare fuoco.
Nella mitologia greca, è celebre per essere stata uccisa dall’eroe Bellerofonte, a cavallo di Pegaso.
Nella numismatica, la Chimera è un soggetto iconografico affascinante, sebbene non così comune come altre figure mitologiche. Quando appare su monete, la sua presenza può simboleggiare:
- Forza e Potenza distruttiva: Rappresenta una minaccia o un pericolo che è stato sconfitto, o un potere formidabile.
- Territorio o Città: In alcuni casi, potrebbe essere un simbolo araldico o un riferimento a una città che vantava un legame con il mito di Bellerofonte (come la Licia in Anatolia, luogo della leggenda).
- Natura composita: La sua forma ibrida può richiamare l’unione di diverse forze o elementi.
L’apparizione della Chimera su una moneta rende il pezzo di particolare interesse per i numismatici, in quanto offre uno spunto sulle credenze mitologiche e sulle espressioni artistiche delle civiltà che le hanno coniate.
Vista da vicino

SIKYONIA, Sikyone (Circa 335-330 a.C.) Statere, AR, ø 25 mm, 11,50 g, 8 h.
D/ Chimera stante a sinistra, con zampa anteriore alzata; corona in alto, ΣE in basso
R/ Colomba che vola a sinistra; I in basso con becco; il tutto all’interno di una corona con lacci a destra.
Situata nel nord-est del Peloponneso, Sikyone era un territorio fertile che si estendeva per circa 20 km. Sikyone, la città più importante della zona e uno dei centri artistici più rinomati del Mediterraneo, fu il luogo in cui, secondo la leggenda, Prometeo ingannò Zeus. La città si unì a Sparta durante la guerra del Peloponneso e fornì la maggior parte della monetazione utilizzata dalla Lega del Peloponneso. Nel 303 a.C., Demetrio Poliorcete rifondò Sikyone più nell’entroterra, dandole il nome di breve durata di Demetriade. La produzione monetaria di Sikyone fu ampia e ininterrotta dal V al I secolo a.C. Il prestigio della città subì un calo quando Corinto divenne colonia romana e, a parte una piccola emissione sotto Nerone, Sikyone non coniò monete fino al regno di Settimio Severo.
Bibliografia
BCD Peloponneso 219 (stesso conio dritto); SNG Copenaghen 48 var. (N in basso con becco). BB, leggera porosità.

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