La Besa è una moneta in bronzo che ebbe corso nella Somalia italiana tra il 1909 e il 1926, durante il periodo coloniale. Questa moneta era parte del sistema monetario adottato dalla Regia Zecca per i territori d’oltremare e rifletteva le complesse dinamiche economiche e coloniali dell’epoca.
Il valore della Besa era fissato in relazione ad altre valute circolanti:
- Corrispondeva a 1/150 del Tallero di Maria Teresa, che era una moneta d’argento di ampio uso commerciale nell’Africa orientale e nel Medio Oriente.
- Era anche equivalente a 1/100 della Lira italiana, la valuta della madrepatria.
Questa doppia equivalenza facilitava gli scambi commerciali con le popolazioni locali, che erano abituate al Tallero, e al contempo legava l’economia della colonia a quella italiana.
Le Besa presentavano un’iconografia specifica che ne garantiva il riconoscimento:
- Sul dritto, la moneta recava il busto del sovrano italiano regnante (Vittorio Emanuele III), a simboleggiare l’autorità coloniale.
- Sul rovescio, erano impressi il nome del paese (“Somalia Italiana”) e il valore della moneta, spesso indicato in due lingue (italiano e arabo o somalo), per garantire la comprensione da parte della popolazione locale.
Della Besa furono coniati anche multipli, ovvero pezzi da 2 Besa e da 4 Besa, per coprire diverse esigenze di transazione.
È importante notare che “Besa” è anche il nome di una moneta etiopica tradizionale, con un valore pari a 1/32 di Tallero. Questa omonimia non deve creare confusione: sebbene entrambe le monete operassero nella stessa regione geografica, la Besa della Somalia italiana era un’emissione coloniale specifica, distinta per origine e sistema di riferimento.
Lo studio della Besa offre ai numismatici uno spaccato interessante sulla politica monetaria coloniale italiana e sulle interazioni economiche tra le potenze europee e le regioni africane nel primo Novecento.

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