Il Bagarone è una moneta di bassa lega, prevalentemente in rame, coniata a Parma a partire dal XVI secolo. Il suo nome è strettamente legato al Bagattino veneto, di cui era l’equivalente per valore e funzione. Questo termine, originariamente in uso a Parma già all’inizio del XVI secolo per indicare il denaro ormai coniato in rame, passò successivamente a designare in generale le monete di rame di scarso valore, ed era impiegato anche in altri centri dell’Emilia.
Il valore del Bagarone era generalmente molto basso: corrispondeva a un quarto di Quattrino o di Denaro. Questa valuta era evidentemente destinata alle transazioni quotidiane e alle piccole spese. La sua importanza nel sistema monetario locale è dimostrata anche dal fatto che nel 1612 i Bagaroni erano equiparati ai mezzi Bolognini, un’altra moneta di rame ampiamente diffusa e di riferimento in Emilia.
La coniazione di monete di bassa lega come il Bagarone era una pratica comune nelle zecche italiane del periodo, che rispondevano alla crescente domanda di valuta divisionale per la popolazione. Queste monete, pur avendo un valore intrinseco minimo, erano essenziali per l’economia spicciola e il commercio al dettaglio.
Il termine “Bagarone” non rimase confinato a Parma; indicò anche monete di valore corrispondente coniate a Ferrara e a Modena, a testimonianza di una certa uniformità nelle denominazioni e nei sistemi di valore tra le diverse signorie emiliane. La loro diffusione e la loro somiglianza con altre monete di basso taglio ne fanno un interessante oggetto di studio per comprendere le dinamiche economiche e le abitudini di spesa della gente comune nell’Italia del XVI e XVII secolo.

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