12 Luglio 2025
bibliografia

La Barbarina è una moneta d’argento coniata a Mantova, il cui nome deriva dalla raffigurazione di Santa Barbara, santa patrona, presente sul conio originale.

La prima emissione di Barbarina avvenne sotto il Duca Guglielmo Gonzaga (1550-1587) nel XVI secolo. Queste monete avevano un valore di 10 Soldi e presentavano sul dritto l’immagine del Duca e sul rovescio Santa Barbara. La presenza della santa conferiva alla moneta non solo un’identità riconoscibile, ma anche un richiamo alla devozione e alla protezione divina per il Ducato.

Nel corso del tempo, il valore della Barbarina si ridusse. Tra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII secolo, sotto il regno di Vincenzo I Gonzaga (1587-1612), il valore scese a 6 Soldi. Questa nuova emissione è nota come Barbarina del Girasole. In questa variante, la tradizionale immagine di Santa Barbara fu sostituita da un girasole, un simbolo che all’epoca poteva rappresentare la devozione (come il girasole si volge al sole) o la magnificenza del Duca. L’originale Barbarina di Guglielmo Gonzaga, invece, aveva Santa Barbara sul dritto e il nome del principe con l’anno sul rovescio.

Come spesso accadeva con le monete di successo, anche la Barbarina fu oggetto di imitazioni da parte di altre zecche, tra cui quella di Guastalla. Queste imitazioni mantenevano la stessa tipologia, ma potevano variare nell’iconografia; ad esempio, gli imitazioni di Guastalla sostituivano Santa Barbara con San Pietro.

Le Barbarine, sia nella loro forma originale che nelle varianti e imitazioni, sono importanti testimonianze delle politiche monetarie dei Gonzaga e delle dinamiche di circolazione monetaria tra le signorie italiane. Il loro studio permette di approfondire l’iconografia religiosa e simbolica e le fluttuazioni economiche del periodo rinascimentale.

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