L’Aspro è una denominazione generica di una moneta che godette di grande popolarità e ampia circolazione in diverse regioni del Vicino Oriente e del Mediterraneo orientale, diventando un punto di riferimento per il commercio con il Levante. La sua importanza è testimoniata dalla frequenza con cui fu imitata in varie zecche, a causa della sua affidabilità e dell’ampia accettazione sui mercati internazionali.
Il termine “Aspro” (dal greco aspros, “bianco”) fu originariamente utilizzato per indicare monete d’argento o di biglione (lega di argento e rame con predominanza di rame) che avevano una colorazione chiara, distinguendosi da quelle in rame puro. Con il tempo, il nome divenne associato a un tipo di valuta largamente diffusa e accettata.
La sua presenza è particolarmente rilevante nella monetazione saracena in Sicilia. Dopo la conquista dell’isola (IX-XI secolo), i Saraceni, riconoscendo l’importanza economica dell’Aspro per i commerci regionali, iniziarono a coniarlo attivamente. Le zecche siciliane sotto il dominio islamico produssero Aspri sia in argento che in oro, dimostrando la versatilità e l’adattabilità di questa moneta alle esigenze economiche del tempo. Questi Aspri islamici, pur mantenendo il nome generico, integravano l’iconografia e le iscrizioni tipiche della monetazione araba, con leggende religiose e nomi di sovrani, conformemente alla tradizione aniconica islamica.
L’ampia diffusione dell’Aspro e la sua imitazione da parte di diverse autorità emittenti (non solo i Saraceni, ma anche i Bizantini in certi periodi, e più tardi gli Ottomani con una moneta di nome simile, l’Akçe) ne fanno un interessante oggetto di studio per comprendere le dinamiche commerciali e le interazioni culturali ed economiche nel Mediterraneo tra il Medioevo e l’inizio dell’età moderna. La sua storia riflette la complessità dei sistemi monetari regionali e la tendenza delle valute di successo a essere replicate per facilitare gli scambi transfrontalieri.
Bibliografia
- Corpus Nummorum Italicorum, III
- Du Cange, Glossarium
- E. Martinori, La Moneta, Roma 1915
- N. Papadopoli, Le monete di Venezia, I, Venezia 1893
- G. A. Zanetti, Nuova raccolta, ecc., II, Bologna 1777

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