Il termine Alberello è il soprannome dato a una specifica tipologia di moneta italiana coniata a Roma e in altre zecche ex-pontificie a cavallo tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo. Questa denominazione deriva dalla peculiare iconografia presente sul suo dritto, che, per la sua somiglianza con la stilizzazione di un albero, ha generato il soprannome tra la popolazione e, di conseguenza, tra i numismatici.
Queste monete, tipicamente baiocchi (una moneta di rame o mistura di basso valore), furono emesse in un periodo di grandi sconvolgimenti politici in Italia, in particolare durante l’occupazione francese e la nascita della Repubblica Romana (1798-1799) e delle effimere repubbliche giacobine. La loro coniazione rifletteva il tentativo delle nuove autorità rivoluzionarie di sostituire il sistema monetario papale con una valuta che simboleggiasse i nuovi ideali.
Le monete “Alberello” presentavano sul dritto un’iconografia fortemente simbolica per l’epoca rivoluzionaria e repubblicana: il fascio littorio sormontato dal berretto frigio.
- Il fascio littorio, antico simbolo romano di autorità e unione, venne riadottato dai rivoluzionari come emblema di forza e unità popolare.
- Il berretto frigio, invece, era il copricapo indossato dagli schiavi liberati nell’antica Roma e divenne un potente simbolo di libertà, emancipazione e repubblicanesimo durante la Rivoluzione Francese.
La combinazione di questi due simboli, disposti in modo da ricordare vagamente la chioma e il tronco di un albero, diede origine al soprannome popolare. La loro emissione e circolazione nelle aree precedentemente sotto il controllo papale, comprese le zecche ex-pontificie, fu un chiaro atto di rottura con l’antico regime.
La vita dell’Alberello fu tuttavia effimera. Con la Restaurazione del potere papale nel 1801, queste monete, cariche di un simbolismo rivoluzionario, furono ritirate dalla circolazione. La loro breve esistenza e il loro forte legame con un periodo di grandi turbolenze politiche le rendono particolarmente interessanti per lo studio della numismatica e della storia italiana di fine Settecento e inizio Ottocento.
Visti da vicino
2 baiocchi

Dritto
Legenda: REPVBBLICA – ROMANA
Nel campo un fascio littorio (con due legature incrociate, ciascuna fra due legature orizzontali) con scure e pileo a destra. Alla sinistra una lettera: A In basso la sigla dell’incisore: A – P
Rovescio
Entro corona di due rami di quercia, legati in basso con nastro, su tre righe: DVE || BAIOC || CHI
Bibliografia
- CNI 1
- Dubbini-Mancinelli p. 209 (2° tipo)
- Bruni 4
- Pagani 1
- Muntoni 24
- MIR 2883/1
baiocco

Dritto
Legenda: REPUBLICA – ROMANA
Nel campo un fascio littorio (con quattro legature orizzontali tra due incrociate) con scure e pileo a destra.
Rovescio
Entro corona formata da due rami di alloro con bacche, su quattro righe: VN || BAIOC || CO || • R •
Bibliografia
- CNI 58
- Pagani 42
- Muntoni 96 (Ronciglione)
- Bruni 34
- MIR 2873/1
mezzo baiocco

Dritto
Legenda: REPVBBLICA – ROMANA
Fascio littorio (con due legature incrociate, ciascuna tra due legature orizzontali) con scure e pileo a sinistra.
Rovescio
Entro corona di due rami di lauro legati in basso con nastro su due righe: MEZZO || BAIOCCO
Bibliografia
- CNI 60
- Pagani 44 b
- Muntoni 17
- Bruni 36
- MIR 2874/2
Crediti immagini: Baldwin’s of St. James’s – Auction 48 – 24 set 2020 – lot. 357
Bibliografia
- AA.VV., Corpus Nummorum Italicorum (CNI) Vol. XIII Marche, 1932
- BRUNI R., Le monete della Repubblica Romana e dei Governi Provvisori, Nomisma 2005
- BRUNI R., Aggiornamento dell’opera “Le monete della Repubblica Romana e dei Governi Provvisori”, Panorama Numismatico n. 330 – luglio-agosto 2017
- MUNTONI F., Le Monete dei Papi e degli Stati Pontifici, Roma 1972-1974
- PAGANI A., Monete Italiane dell’invasione napoleonica ai giorni nostri, Edizioni Ratto
- TOFFANIN A., MIR Monete Italiane Regionali, vol. IIII, da Benedetto XIII (1724) a Pio IX (1878), Edizioni Numismatica Varesi 2022

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