Lo zenobino è il soprannome di uno zecchino coniato a Firenze nel 1805, destinato al commercio con il Levante, l’area del Mediterraneo orientale. Questa moneta, pur non essendo di origine veneziana, ne imitava il celebre ducato d’oro per sfruttarne l’ampia accettazione e la reputazione. Il suo nome deriva dalla raffigurazione di San Zanobi, il patrono di Firenze, che la distingue dai suoi omologhi.
Iconografia e Simbolismo
L’iconografia dello zenobino era un mix tra tradizione veneziana e identità fiorentina. Da una parte, imitava il Ducato di Venezia, che sul suo dritto raffigurava il Doge inginocchiato davanti a San Marco e sul rovescio Cristo in una mandorla. Lo zenobino riprendeva questo schema:
- Dritto: Mostrava San Zanobi inginocchiato davanti a Cristo.
- Rovescio: Presentava san Giovanni Battista (patrono di Firenze) all’interno di una mandorla, sostituendo così la figura di Cristo presente sul ducato veneziano.
Questa scelta iconografica era un modo intelligente per creare una moneta con un’identità chiara e locale, pur mantenendo le caratteristiche che ne garantivano il successo sul mercato internazionale.
Contesto Storico
L’emissione dello zenobino nel 1805 si inserisce in un periodo di grande instabilità politica, durante le guerre napoleoniche. Il Granducato di Toscana, come altre entità statali italiane, aveva la necessità di avere una valuta stabile e riconosciuta per sostenere il commercio e l’economia. La scelta di imitare il ducato di Venezia, una moneta che aveva dominato il commercio nel Mediterraneo per secoli, era una mossa strategica per garantire il successo della moneta fiorentina sui mercati esteri.

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