Il tornesello era una moneta d’argento, o di mistura, che si distingueva come una variante del tornese. Il nome, un diminutivo di “tornese”, ne indica le dimensioni ridotte e il valore inferiore. La sua storia si intreccia con quella di Venezia e del suo dominio marittimo, in particolare il Ducato di Nasso, dove fu coniato per la prima volta come valuta locale.
Origine e Diffusione
La coniazione del tornesello nel Ducato di Nasso, un dominio veneziano, rispondeva alla necessità di avere una valuta specifica per i commerci nel Levante. A differenza del tornese, che presentava il tradizionale châtel tournois (castello di Tours), il tornesello veneziano si distingueva per la raffigurazione del leone di San Marco, simbolo della Repubblica di Venezia.
A Venezia, il tornesello fu coniato per la prima volta dal doge Andrea Dandolo (1343-1254) e dai suoi successori, con gli stessi tipi del soldino, un’altra moneta veneziana di piccolo taglio.
Caratteristiche e Ruolo
Il tornesello era una moneta di mistura, ovvero conteneva una percentuale di metallo prezioso inferiore rispetto alle monete più pregiate. Questa caratteristica lo rendeva ideale per le transazioni di basso valore e per il commercio quotidiano. Il suo ruolo era quello di facilitare gli scambi in un’area di grande dinamismo economico come il Levante.
Importanza nella storia
La storia del tornesello è un esempio di come una moneta possa essere adattata alle esigenze specifiche di un territorio e di un’epoca. La sua emissione da parte di Venezia nel Ducato di Nasso dimostra l’autonomia economica della Serenissima e il suo ruolo di potenza marittima e commerciale. La sua analisi, quindi, non è solo una questione di numismatica, ma un testimone della storia economica e politica dell’Europa medievale.
In sintesi, il tornesello è una moneta affascinante che ci permette di “leggere” la storia del commercio veneziano nel Mediterraneo.

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