17 Agosto 2025
bibliografia

Il torellino era un piccolo coniato dalla zecca di Parma tra il 1260 e il 1345. La sua caratteristica principale era l’immagine di un piccolo bue (da cui il nome) impressa sul dritto. Questa moneta, sebbene di valore modesto, ha giocato un ruolo significativo nell’economia locale di Parma, facilitando le transazioni quotidiane in un’epoca di grande fermento economico per le città italiane.


Storia e Simbolismo

L’emissione del torellino si colloca in un periodo di grande autonomia e prosperità per il Comune di Parma. La città, come molte altre in Italia settentrionale, aveva una propria zecca e un proprio sistema monetario, che le permetteva di gestire la sua economia in modo indipendente.

Il simbolo del bue sul dritto del torellino è un elemento di grande interesse. Il bue, o toro, è un simbolo di forza, fertilità e ricchezza, ed era spesso associato alla prosperità agricola di una regione. La sua presenza sulla moneta di Parma potrebbe quindi essere interpretata come un omaggio alla ricchezza del suo territorio e alla forza del suo Comune.


Ruolo Economico

Il torellino, come “piccolo”, era una moneta di valore molto basso. Era probabilmente utilizzata per le transazioni quotidiane, come l’acquisto di cibo al mercato o il pagamento di servizi di basso costo. Queste monete, sebbene meno preziose delle loro controparti in oro o argento, erano essenziali per il funzionamento dell’economia, in quanto permettevano al sistema monetario di funzionare a tutti i livelli.

La storia del torellino è un affascinante spaccato della storia economica e politica dell’Italia medievale, un’epoca in cui ogni città aveva una sua moneta, un suo sistema e i suoi simboli.

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