Il grosso tirolino era una moneta d’argento coniata alla fine del XIII secolo nella zecca di Merano, che all’epoca era la capitale del Tirolo. Questa moneta, nota per la sua stabilità e il suo alto titolo di argento, godeva di un’ottima reputazione e divenne un punto di riferimento per il commercio in tutta Europa.
Storia e Diffusione
Il tirolino, che sostituì l’aquilino nella monetazione tirolese, aveva un valore di 20 “piccoli” bernesi (o veronesi). La sua stabilità, garantita dalla zecca di Merano, che manteneva una quantità d’argento quasi invariata in ogni moneta, fu la chiave del suo successo. Per le due croci raffigurate sul rovescio, la moneta venne anche chiamata Kreuzer (dal tedesco Kreuz, che significa “croce”).
Il grosso tirolino ebbe una grande diffusione e fu imitato da numerose zecche, soprattutto in Italia settentrionale. Le città-stato italiane, in un periodo di grande sviluppo commerciale, riconobbero il valore di una moneta stabile e di alta qualità, e cercarono di riprodurla.
L’importanza del Grosso Tirolino
L’introduzione del grosso tirolino è un evento di grande rilevanza per la storia della monetazione. Il suo successo non fu dovuto solo alla sua bellezza o alla sua iconografia, ma alla sua affidabilità. La sua stabilità permise di facilitare gli scambi commerciali e di creare un sistema monetario più efficiente e più trasparente in una regione economicamente dinamica come l’Italia settentrionale e il Tirolo.
In sintesi, il grosso tirolino non è solo una moneta, ma un testimone della storia economica e politica dell’Europa medievale. La sua analisi fornisce preziosi indizi sulle politiche monetarie, sui rapporti commerciali tra le regioni e sulle sfide che le autorità dovevano affrontare per mantenere la stabilità monetaria.

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