Stola
Il termine stola ha diverse accezioni, che variano a seconda del contesto storico e culturale, dall’abbigliamento antico a un importante paramento liturgico.
Stola nell’Antichità
Nell’antica Grecia, la stola era un termine generico per indicare l’abito. Presso i Romani, invece, la stola era un abito lungo e ampio, indossato dalle donne sopra la tunica intima e sotto la palla, una sorta di mantello. La stola romana era un capo d’abbigliamento che identificava le donne come matrone, cittadine romane rispettabili, ed era simbolo di virtù e modestia. La sua presenza, ricca di pieghe e spesso ornata, era un segno di status sociale ed eleganza.
Stola nella Liturgia
Nella liturgia cattolica, la stola è un paramento ecclesiastico costituito da una striscia di stoffa, larga circa 10-12 cm, che viene indossata dai ministri ordinati durante le funzioni liturgiche. Il modo in cui viene indossata varia a seconda del grado:
- Diacono: La indossa a tracolla, dalla spalla sinistra al fianco destro.
- Presbitero e Vescovo: La indossano intorno al collo, lasciandola cadere diritta o incrociata sul petto.
Questo paramento simboleggia l’autorità sacerdotale ed è un segno distintivo del ministero.
Prima del Concilio Vaticano II, il termine “tasse di stola” (o diritti di stola) indicava gli emolumenti che i fedeli versavano ai parroci per i servizi religiosi, come i battesimi (diritti di stola bianca) e i funerali (diritti di stola nera). Oggi, questi pagamenti sono stati sostituiti da libere elargizioni.
Ordine della Stola d’Oro
La stola ha dato il nome anche a un ordine cavalleresco della Repubblica di Venezia, l’Ordine della stola d’oro, istituito per ricompensare servizi eminenti resi allo Stato. Il distintivo di questo ordine era una stola di broccato d’oro, e i suoi insigniti solevano far seguire al loro nome la lettera K (cavaliere).

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