Lo stilo (stilus) era un antico strumento scrittorio, in uso sin dall’epoca romana e oltre, che consisteva in una piccola asticella, generalmente realizzata in legno, osso o metallo. La sua forma era appositamente studiata per l’attività di scrittura: un’estremità era appuntita, per incidere il testo su un supporto, mentre l’estremità opposta era piatta, per raschiare la superficie e cancellare ciò che era stato scritto, permettendo così di riutilizzare il supporto.
Struttura e Utilizzo
Lo stilo era lo strumento principale per scrivere sulle tavolette cerate (tabulae ceratae), che consistevano in una o più tavolette di legno, avvolte da una cornice e ricoperte da uno strato di cera morbida. L’estremità appuntita dello stilo incideva i caratteri sulla cera, mentre l’estremità piatta, a forma di spatola, veniva utilizzata per spianare la cera e cancellare il testo, permettendo di scrivere un nuovo messaggio.
La versatilità dello stilo e la praticità delle tavolette cerate ne fecero uno strumento di uso comune nella vita quotidiana romana, utilizzato da scolari, mercanti, soldati e amministratori per prendere appunti, scrivere lettere o registrare transazioni.
Etimologia e Altri Significati
Il termine stilo, per senso traslato, ha dato origine al moderno vocabolo stile, a indicare il modo personale e distintivo di scrivere, parlare o esprimersi.
Il termine “stilo” è talvolta usato per indicare il calamo, un pezzo di canna usato in Mesopotamia per incidere segni cuneiformi su tavolette d’argilla. Sebbene la funzione fosse simile, il calamo era un’entità distinta, con una forma e un utilizzo che rispondevano alle esigenze della scrittura cuneiforme.
In sintesi, lo stilo non era solo un semplice strumento per scrivere, ma un testimone della vita quotidiana e della cultura dell’antica Roma. La sua analisi fornisce preziosi indizi sulla tecnologia, l’educazione e la comunicazione di un’epoca.

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