16 Agosto 2025
bibliografia

Il sistro è il nome di uno strumento musicale, dal suono indeterminato, originario dell’antico Egitto intorno al 3000 a.C. Questo strumento era sacro alla dea Iside, ritenuta la sua inventrice mitologica, e alla dea Hathor.


Storia e Struttura

Il sistro era uno strumento a sonagli in metallo, solitamente a forma di ferro di cavallo, sostenuto da un manico. Attraverso dei fori nella struttura passavano delle asticelle metalliche, più larghe alle estremità per evitare che uscissero. Scuotendo lo strumento, le asticelle si muovevano, producendo un suono. Il numero e lo spessore di queste asticelle ne determinavano l’altezza e l’intensità del suono, che rimaneva comunque indeterminato, come in altri strumenti a sonagli.

In Mesopotamia, il sistro poteva avere una forma trapezoidale o quadrata, e spesso il manico era decorato con l’immagine di una divinità.


Ruolo Culturale e Religioso

Il sistro aveva un ruolo centrale nelle cerimonie religiose dell’antico Egitto, dove era conosciuto come seshesh, un nome di origine onomatopeica che ne richiamava il suono. Era utilizzato da sacerdotesse e musicisti per accompagnare i rituali in onore delle dee Iside e Hathor. Si hanno notizie di sistri utilizzati in cerimonie religiose anche nel Vecchio Testamento e, in seguito, lo strumento fu esportato in Palestina e in Grecia, dove mantenne il suo legame con il culto e la religione.

In sintesi, il sistro non è solo uno strumento musicale, ma un testimone della storia delle civiltà antiche. La sua analisi fornisce preziosi indizi sulla religione, sulla musica e sulla cultura dell’antico Egitto e di altre civiltà del Mediterraneo.

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