Nel panorama militare romano, il signifer (o in italiano, signifero) era un ruolo cruciale, che andava ben oltre il semplice compito di portare le insegne (signa). I signiferi appartenevano a un gruppo di sottufficiali chiamato principales ed erano scelti tra i soldati più abili, coraggiosi e carismatici.
Ruolo e Responsabilità
La loro importanza in battaglia era enorme. Le insegne che portavano, costituite da oggetti metallici che riproducevano simboli magici, religiosi o onorifici, erano un punto di riferimento visibile per l’intera centuria. I soldati si radunavano intorno a esse per mantenere la coesione e trovare lo slancio per l’attacco. Per il nemico, il signifer era un bersaglio di grande valore; sottrarre le insegne a una legione era un’azione che ne minava il morale e il prestigio. La perdita dell’aquila, in particolare, era considerata un disonore gravissimo, che poteva portare allo scioglimento della legione stessa.
Per via di questo ruolo vitale, i signiferi dovevano essere uomini di comprovato valore. Giulio Cesare, ad esempio, sceglieva i migliori tra loro per formare il corpo degli antesignani, soldati scelti che combattevano in prima fila, di fronte alle insegne (ante-signa), per proteggerle. Con il tempo, il termine antesignano passò a indicare qualsiasi soldato scelto, destinato a combattere a fianco del proprio centurione.
Funzioni Amministrative e Ambiti di Lavoro
Oltre al loro ruolo tattico, i signiferi erano anche una categoria di soldati esentati dai compiti di “routine” più gravosi, come riporta Polibio, che ne documenta l’esistenza sin dai tempi della seconda guerra punica, con due signiferi scelti dal centurio prior per ogni manipolo.
In epoca imperiale, a partire da Augusto, i signiferi assumevano anche una funzione amministrativa. Era loro affidato l’aerarium militare, il fondo cassa della legione, soprattutto nei forti ausiliari permanenti. Il signifer era quindi anche un “tesoriere” e un punto di riferimento per le finanze dell’unità militare.

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