Saturno era una delle divinità più antiche e venerate della religione romana, identificato come l’equivalente latino del titano greco Crono. Era il dio del tempo, dell’agricoltura e della ricchezza. Fratello di Giove, la sua figura si trova frequentemente raffigurata sulle monete romane, specialmente durante l’età repubblicana, a testimonianza della sua grande importanza nel pantheon romano. Come molte altre divinità, la sua posizione sulle monete subì un’evoluzione che rifletteva i cambiamenti politici e sociali di Roma.
«Egli (Giano) fu anche il primo a coniare monete di rame e volle in ciò manifestare deferenza a Saturno: siccome quello era arrivato per mare, su un verso fece imprimere l’effigie della sua testa, sull’altro una nave; e ciò che per far giungere ai posteri il ricordo di Saturno. Che la moneta fosse così coniata si deduce dal gioco d’azzardo: i fanciulli gettando in aria le monetine, gridano ‘testa o nave’; il gioco attesta l’antica tradizione» (Macrobio, Saturnali I, 7, 21-22)
Iconografia e Simbolismo
L’iconografia di Saturno era molto distintiva. Era raffigurato come un anziano barbuto, vestito con un mantello e con in mano una piccola falce o un ronchetto adunco. La falce era un simbolo del lavoro agricolo, della mietitura e della fertilità della terra. Si riteneva che, scacciato dall’Olimpo, per un periodo avesse regnato nel Lazio, nella cosiddetta età dell’oro, un’epoca pacifica e di grande progresso. La sua improvvisa scomparsa avrebbe causato la decadenza progressiva dell’umanità.
Saturno sulla Moneta Romana
Durante il periodo della Repubblica Romana, la figura di Saturno era spesso presente sul lato principale, o dritto, delle monete. Le monete repubblicane erano caratterizzate dalla raffigurazione di divinità, semidei ed eroi, e Saturno era una di queste. La sua presenza sul dritto della moneta sottolineava l’importanza dell’agricoltura per l’economia romana e la sacralità delle sue origini.
Con la fondazione dell’Impero, la figura di Saturno, pur mantenendo la sua importanza, fu spostata sul rovescio delle monete. Questo cambiamento iconografico non fu casuale. Il dritto fu riservato al ritratto dell’imperatore, il quale si presentava come il capo del popolo romano e la fonte di tutto il potere. Saturno, come le altre divinità, divenne una personificazione delle virtù e dei valori dell’Impero, governato e protetto dall’imperatore. La sua raffigurazione sul rovescio, spesso con in mano una cornucopia (un corno dell’abbondanza), simboleggiava la prosperità e la ricchezza che l’imperatore garantiva al suo popolo.
In sintesi, Saturno è un esempio perfetto di come la numismatica possa essere un testimone della storia e della cultura romana. La sua analisi fornisce preziosi indizi sui cambiamenti politici, religiosi e sociali di Roma, dalla Repubblica all’Impero.

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