
Il Saluto è una moneta, coniata sia in oro che in argento, che deve il suo nome all’iconografia del rovescio, ovvero la scena dell’Annunciazione. Il nome deriva dalle parole della salutazione angelica incise accanto all’immagine della Santissima Annunziata: “AVE MARIA GRATIA PLENA” (Ave Maria, piena di grazia). Il Saluto è un esempio affascinante di come la monetazione potesse essere un veicolo di fede e di propaganda religiosa.
Saluto d’oro e d’argento

D/ KAROL’ DEI GRA IERL’M SICILIE REX, stemma di Gerusalemme e d’Angiò
R/ AVE GRACIA PLENA DOMINUS TECUM, Annunciazione; sotto giglio in vaso.
CNI XIX p. 15, 1; Pannuti 1; MEC 14, 682.
Il Saluto d’oro fu coniato per la prima volta a Napoli nel 1278 da Carlo I d’Angiò. Era una moneta di grande prestigio e di alto valore, ufficialmente chiamata carlino d’oro, ma popolarmente nota come Saluto. Il suo peso era di circa 4,4 g e il suo titolo d’oro era molto alto (24 carati). La moneta aveva lo stesso valore del reale e dell’augustale, due delle monete d’oro più importanti dell’epoca.
L’iconografia del Saluto era molto particolare:
- Dritto: Il dritto presentava lo stemma degli Angioini, con la croce di Gerusalemme e i gigli, a testimonianza del potere della dinastia angioina.
- Rovescio: Il rovescio era il punto focale della moneta. La scena dell’Annunciazione, con la Vergine Maria e l’Angelo Gabriele, era un messaggio di fede molto potente. La leggenda “AVE MARIA GRATIA PLENA” completava l’immagine, rendendola un vero e proprio atto di devozione.
Quando i tipi furono modificati da Carlo II d’Angiò, che al posto dell’Annunciazione mise una croce gigliata, la moneta cambiò nome e divenne il Gigliato.

Oltre al Saluto d’oro, fu coniato anche un Saluto d’argento con la stessa iconografia del suo omologo d’oro. Questa moneta, pur avendo un valore più basso, aveva la stessa funzione religiosa e simbolica.
Diffusione del Saluto
Il nome e il tipo del Saluto si diffusero anche in altri paesi europei, in particolare in Francia e in Inghilterra. La coniazione del Saluto in questi paesi è un esempio della vasta influenza della dinastia angioina e dei complessi rapporti politici dell’epoca.

D/(leone passante) hENRICVS : DEI : GRÁ : FRÁCORV : Z : AGLIE : REX, l’annunciazione; stemmi reali di Francia ed Inghilterra; globulo sotto la X;
R/ (leone passante) XPC´(stella) VINCIT (stella) XPC´ (stella) REGNAT (stella) XPC´(stella) ImPERAT Ns (retrograda). Croce latina, ai lati giglio e leone passante, sotto: h; tutto entro decalobo, ornato da gigli; globulo in anello sotto la T finale.
In Francia, il Salut d’or fu coniato da Carlo VI (1380-1422) e da Carlo VII (1422-1461). La moneta francese aveva un peso di 3,875 grammi, lo stesso del franco a cavallo, e presentava al dritto lo stemma di Francia e di Inghilterra affiancati.
Anche in Inghilterra fu battuta una moneta con questo nome. L’emissione si deve a Enrico V nel 1422 e a Enrico VI, in qualità di re di Francia. Dopo la battaglia di Agincourt del 1415, i re inglesi si consideravano eredi al trono di Francia, e la coniazione di monete come il Saluto era un modo per affermare questa pretesa.
In sintesi, il Saluto è un esempio di come la numismatica possa essere uno strumento per analizzare non solo la storia economica e politica, ma anche la storia della fede e della devozione in Italia e in Europa.

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