Roma, la personificazione divina della città di Roma, è una figura centrale nell’iconografia delle monete romane. Definita come la “Dea dell’Urbe”, la sua presenza non era un semplice ornamento, ma un potente simbolo di potere, di identità e di continuità storica. La sua raffigurazione sulle monete romane non fu costante nel tempo, ma subì un’evoluzione che rifletteva i cambiamenti politici e sociali di Roma, dalla Repubblica all’Impero.
Durante il periodo della Repubblica Romana, la figura di Roma appariva di frequente sul lato principale (dritto) delle monete. Le monete repubblicane erano caratterizzate dalla raffigurazione di divinità, semidei ed eroi, e la Dea Roma, spesso raffigurata con un elmo, una lancia e uno scudo, era una di queste. La sua presenza sul dritto della moneta sottolineava la supremazia e la sacralità della città di Roma stessa, la fonte di tutto il potere e di tutta l’autorità. Le iscrizioni, come ROMA, che l’accompagnavano, erano un’affermazione di identità e di sovranità.
Con la fondazione dell’Impero e la nascita del culto imperiale, la figura di Roma subì un importante cambiamento. La Dea dell’Urbe, pur mantenendo la sua importanza, fu spostata sul rovescio delle monete, mentre il dritto fu riservato al ritratto dell’imperatore. Questo cambiamento iconografico non fu casuale. L’imperatore, ora visto come il capo del popolo romano e la fonte di tutto il potere, occupava il posto d’onore. Roma, la città, pur venerata, divenne la rappresentazione della forza e della prosperità dell’Impero, governato e protetto dall’imperatore. La sua raffigurazione sul rovescio, spesso con in mano la Vittoria o un’altra figura allegorica, divenne un modo per celebrare la grandezza dell’Impero.
La figura di Roma, quindi, è un esempio perfetto di come la numismatica possa essere un testimone della storia e della cultura romana. La sua analisi fornisce preziosi indizi sui cambiamenti politici, religiosi e sociali di Roma, dalla Repubblica all’Impero.

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