“Rego in Fede” (Regno con la Fede) è una leggenda (iscrizione) che si trova sul rovescio di alcuni carlini, monete d’argento coniate nel Regno di Napoli durante il regno di Ferdinando I d’Aragona, detto Ferrante (1458-1494). L’iscrizione è spesso incisa attorno a un’aquila coronata che regge un globo, un’iconografia molto potente che unisce il simbolo del potere imperiale con una dichiarazione religiosa. L’aquila, simbolo di Roma e del potere, si combina con il motto “Rego in Fede”, a sottolineare come il potere del sovrano non sia solo terreno, ma derivi da un mandato divino.
Questa leggenda è un chiaro esempio di propaganda politica e religiosa. Nel contesto del Regno di Napoli del XV secolo, un’epoca di grandi cambiamenti politici, guerre di successione e tensioni con gli stati rivali, il re aveva bisogno di un messaggio forte per legittimare il suo potere e per assicurare la lealtà dei suoi sudditi. Il motto “Rego in Fede” serviva a questo scopo, in quanto:
- Legittimava il potere del re: Il motto implicava che il re governasse non solo per diritto di nascita, ma anche per volontà divina, e che il suo regno fosse basato sulla fede e sulla giustizia.
- Affermava la supremazia della religione: La presenza del motto sulle monete, i mezzi di comunicazione più diffusi dell’epoca, era un promemoria costante del ruolo della religione nella vita del regno.
- Incoraggiava la lealtà dei sudditi: La moneta era un mezzo per veicolare l’idea che l’obbedienza al re fosse anche un dovere religioso.
L’aquila coronata che regge il globo è un altro elemento di grande importanza simbolica. Il globo (orbis terrarum) era il simbolo del mondo, e l’aquila che lo reggeva era un’immagine potente del potere imperiale che dominava il mondo. Unire questa immagine al motto “Rego in Fede” era un modo per il re di presentarsi come il sovrano del mondo cristiano, un protettore della fede e un difensore della Chiesa.
In sintesi, la leggenda “Rego in Fede” è un esempio affascinante di come la numismatica possa essere un testimone della storia. L’analisi di questa moneta non ci parla solo della storia economica, ma anche delle complesse dinamiche politiche, religiose e culturali che animavano il Regno di Napoli nel XV secolo.

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