Il termine pròtome (dal greco protomḗ) indica la parte superiore di un uomo o di un animale raffigurata su una moneta. Non si tratta di una figura intera, ma di un busto o di una testa, spesso con le spalle, che emerge dal campo della moneta. Questa rappresentazione parziale, pur non mostrando l’intero corpo, era un modo efficace per simboleggiare un’entità, una divinità, un sovrano o un animale araldico, e portava con sé un ricco carico di significati.
L’uso della pròtome ha una storia lunga e complessa nella monetazione, e la sua evoluzione riflette i cambiamenti politici e culturali dell’antichità.
- Pròtomi animali: Nelle prime monete greche, era molto comune raffigurare la pròtome di un animale, come un leone, un toro, un cavallo o un grifone. Questi animali erano spesso simboli della città-stato che coniava la moneta, o erano associati a una divinità o a una leggenda locale. Ad esempio, la pròtome di un toro era un simbolo della fertilità e della forza, mentre quella di un grifone poteva simboleggiare la custodia di un tesoro. La scelta di raffigurare solo la parte superiore dell’animale permetteva di concentrarsi sui dettagli più importanti, come la testa e il collo, che erano più espressivi.
- Pròtomi umane: Con il tempo, la pròtome umana divenne la forma di raffigurazione più comune. Nelle monete greche, era spesso il volto di una divinità, come Zeus, Atena o Apollo, a comparire sul dritto. Questi ritratti, idealizzati e solenni, celebravano la divinità e il suo ruolo di protettrice della città. Con l’avvento dei regni ellenistici, la pròtome umana divenne lo strumento per glorificare i sovrani. La testa del re, spesso con un diadema o una corona di alloro, divenne il centro della moneta, un potente messaggio di potere personale.
- Pròtome imperiale: Nell’Impero Romano, la pròtome umana divenne la norma. Il dritto della moneta era quasi sempre riservato al ritratto dell’imperatore, o dei membri della sua famiglia. Queste pròtomi non erano più idealizzate come quelle greche, ma erano spesso ritratti realistici che celebravano l’imperatore e la sua successione. La forma della pròtome poteva variare: poteva essere un busto con o senza armatura, o con un mantello. Ogni dettaglio, dalla barba all’espressione, era accuratamente studiato per comunicare un messaggio specifico.
In sintesi, la pròtome non è un semplice busto, ma la parte più espressiva e simbolica di una moneta. La sua analisi permette ai numismatici di decifrare le complesse relazioni tra iconografia, politica e cultura nell’antichità.

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