Il Pontifex Maximus (pontefice massimo) era la figura religiosa più importante e di massimo grado nella religione romana. Era il capo del collegio dei pontefici e, sebbene le sue funzioni strettamente rituali fossero meno importanti rispetto a quelle di altre figure come il Rex Sacrorum o i Flamines, il suo ruolo era fondamentale per il controllo e la direzione di tutto il culto religioso della società romana, sia in ambito pubblico che privato.
Le origini di questa carica si fanno risalire all’epoca più antica di Roma e sono legate alla costruzione del Pons Sublicius, il più antico ponte sul Tevere. La cura di questa opera di ingegneria così vitale per la città diede vita a questo antico e potente sacerdozio. Inizialmente riservata ai patrizi, la carica fu aperta anche ai plebei dalla Lex Ogulnia del 300 a.C., con il primo plebeo a ricoprirla nel 254 a.C. La carica era a vita e il pontefice massimo risiedeva nella Domus Publica nel Foro Romano.
Le sue funzioni e poteri erano vasti:
- Nominava le Vestali, i Flamini e il Rex Sacrorum, le figure sacerdotali più importanti.
- Controllava il culto religioso e disciplinava i fasti (i giorni in cui era permesso celebrare le assemblee pubbliche).
- Compilava annualmente la tabula dealbata e gli annales pontificum, registri degli eventi storici e religiosi.
- Interpretava i mores, le tradizioni e le consuetudini.
- Svolgeva la funzione di consecratio, la consacrazione dei templi.
- Gestiva il calendario fino all’introduzione del calendario giuliano, con il compito di inserire il mese intercalare per mantenerlo allineato all’anno tropico.
A differenza di altre cariche sacerdotali, al Pontifex Maximus non era vietato ricoprire magistrature politiche, e nel tempo, i suoi poteri si concentrarono, superando persino il Rex Sacrorum. La sua posizione era simile a quella dei consoli in politica, con l’importante differenza che la sua carica era a vita. Era anche scortato da 30 littori curiati durante le cerimonie e presiedeva le sue funzioni nella Regia. Sebbene godesse di grande autorità, era soggetto al controllo dei censori e dei tribuni della plebe.

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