“Pax Et Ubertas” (Pace e Abbondanza) è una celebre locuzione latina che ha un ruolo significativo nella storia della monetazione, in particolare in relazione a un evento storico di grande tumulto: la ribellione di Napoli del 1648. Questo motto, infatti, fu la promessa che Enrico di Lorena, duca di Guisa, fece al popolo napoletano nel tentativo di porsi a capo della rivolta contro il dominio spagnolo.
La ribellione, nota anche come la “rivolta di Masaniello“, era iniziata l’anno precedente, nel 1647, a causa di una forte pressione fiscale imposta dalla Spagna. Il popolo napoletano, oppresso da tasse insostenibili, si sollevò chiedendo riforme e una maggiore giustizia sociale. Nel 1648, con la morte di Masaniello e il proseguire delle ostilità, entrò in gioco il duca di Guisa, un nobile francese che vantava discendenze angioine sul trono di Napoli e che vedeva nella rivolta un’opportunità per espandere l’influenza francese in Italia.
Per conquistare la fiducia del popolo e legittimare la sua ambizione, il duca di Guisa fece coniare delle monete che portavano il suo messaggio politico e le sue promesse. Il rovescio di queste monete, note come “monete da 3 tornesi pubbliche del popolo”, recava proprio la scritta “Pax Et Ubertas”. Il motto era incorniciato da un’immagine altamente simbolica: un ramo d’ulivo unito a un ramo di frutta. Il ramo d’ulivo, simbolo universale di pace, rappresentava la fine dei conflitti e delle violenze. Il ramo di frutta, invece, simboleggiava l’abbondanza e la prosperità che sarebbero tornate una volta liberati dal giogo spagnolo.
Questa coniazione fu un esempio magistrale di propaganda politica. In un’epoca in cui i mezzi di comunicazione di massa non esistevano, la moneta era un veicolo potentissimo per diffondere messaggi direttamente al popolo. Ogni moneta che passava di mano in mano ricordava ai napoletani le promesse del duca: la pace che avrebbe posto fine alla guerra e l’abbondanza che avrebbe alleggerito il peso delle tasse e della miseria.
L’episodio storico, tuttavia, si concluse tragicamente per il duca di Guisa. La sua leadership non fu sufficientemente forte da unire le diverse fazioni dei ribelli e l’intervento spagnolo mise fine alla sua avventura. Le monete con la dicitura “Pax Et Ubertas” restano, però, una testimonianza tangibile e affascinante di un momento di grande fermento politico e di un tentativo di utilizzare la monetazione come strumento di propaganda e di speranza per un popolo in rivolta.

Modoetia Numismaticae © 2014-2025