23 Agosto 2025
bibliografia

Il pavese (o pavesano) è il nome con cui è conosciuto il denaro imperiale coniato dalla zecca di Pavia. Questa moneta d’argento ha giocato un ruolo di grande importanza nella storia monetaria dell’Italia settentrionale, fungendo da valuta di riferimento e mezzo di scambio affidabile per secoli. Il suo nome non deriva da un’iconografia specifica, ma semplicemente dalla sua città di origine, Pavia, che era una delle capitali del Regno d’Italia e un centro strategico per la zecca imperiale.

La storia del pavese ha inizio in età carolingia, quando le zecche furono riorganizzate sotto il controllo imperiale. I primi denari di Pavia si distinsero subito per l’alta qualità del loro metallo e per la stabilità del loro peso. In un’epoca in cui la svalutazione era una pratica comune, la reputazione del pavese come moneta “forte” ne garantì un’ampia diffusione. Divenne una delle monete più usate e apprezzate in tutta la penisola italiana, un’alternativa affidabile ai denari coniati localmente, spesso di minor valore.

L’influenza del pavese durò a lungo, almeno fino alla metà del XII secolo. In quel periodo, l’economia italiana iniziò a diversificarsi e le città-stato, come Milano, Genova e Venezia, iniziarono a coniare le proprie monete, spesso di maggior valore e con un’iconografia più complessa. Nonostante questa crescente concorrenza, il pavese mantenne la sua importanza in alcune zone dell’Italia nord-occidentale. Ad esempio, nel Monferrato, il pavese rimase una moneta di riferimento fino alla fine del Trecento, a testimonianza della sua eccezionale durabilità e del forte legame con le tradizioni economiche locali.

L’iconografia del pavese era solitamente semplice, in linea con lo stile carolingio: un monogramma dell’imperatore al dritto e la legenda della zecca (PAPI o PAPIA) al rovescio. Nel tempo, l’iconografia si evolse, ma la sua caratteristica principale rimase l’affidabilità del metallo e il rispetto del piede monetario.

In sintesi, il pavese non è solo una moneta, ma un testimone della storia economica e politica dell’Italia medievale. La sua longevità e la sua ampia circolazione ci raccontano di un’epoca in cui la fiducia nella moneta dipendeva dalla sua qualità intrinseca, e di un sistema monetario che, nonostante la frammentazione politica, manteneva una certa uniformità grazie a valute di riferimento come il pavese.

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