7 Agosto 2025
bibliografia

La Parpagliola è una moneta di mistura che ha avuto un’ampia e duratura circolazione in diverse regioni dell’Europa occidentale, in particolare nel Nord Italia, in Provenza e in Svizzera. Il suo nome, che probabilmente deriva dal suo basso valore o dalla sua composizione, divenne sinonimo di moneta spicciola e di uso quotidiano per secoli.

Originariamente coniata in Provenza tra il XIV e il XV secolo, la Parpagliola era una moneta che, per il suo peso e il suo valore, rispondeva alla necessità di avere un circolante di piccolo taglio per le transazioni di tutti i giorni. La sua composizione in mistura, una lega di rame e argento, la rendeva più economica da produrre rispetto alle monete d’argento puro, ma comunque sufficientemente accettabile nel commercio locale.

Il successo della Parpagliola portò alla sua imitazione e coniazione in molte altre zecche, diffondendosi rapidamente in aree geografiche limitrofe. Tra le principali zecche che la produssero si annoverano:

  • Svizzera: Diverse zecche cantonali coniarono Parpagliole, adattandone l’iconografia e il valore alle proprie esigenze.
  • Savoia e Piemonte: I Savoia, in particolare, la coniarono per i loro territori, dove divenne una moneta molto popolare e un pilastro del sistema monetario locale.
  • Milano: Anche a Milano, la Parpagliola fu introdotta e coniata, assumendo un ruolo importante nel sistema monetario milanese.

Il suo valore era di due Soldi e sei Denari, una frazione che la collocava perfettamente tra le monete di basso e medio taglio. La sua importanza è testimoniata anche dalla creazione di sue frazioni e multipli, come la Doppia Parpagliola e la mezza Parpagliola, che rispondevano a esigenze ancora più specifiche del commercio e del pagamento.

La Parpagliola conobbe un lungo periodo di oblio, ma in tempi relativamente recenti, ricomparve a Milano nel 1808. Questa reintroduzione avvenne sotto il Regno d’Italia napoleonico, dove fu coniata con una nuova tipologia. Le Parpagliole coniate in questo periodo ebbero corso legale fino al 1822, a testimonianza della continuità storica di questa denominazione e della sua utilità come moneta divisionale anche in un’epoca di profonde riforme monetarie. La sua storia, quindi, non si limita al Medioevo, ma arriva fino all’età contemporanea, rendendola un esempio affascinante di resilienza numismatica.

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