6 Agosto 2025
bibliografia

L’oricalco (dal greco ὀρείχαλκος, letteralmente “rame di montagna”) era un bronzo giallo, ovvero una lega che oggi chiameremmo ottone. Questa lega era particolarmente importante nella monetazione romana, dove fu adottata per coniare alcune delle sue monete più diffuse.

L’oricalco fu impiegato per la coniazione del sesterzio e del dupondio durante il primo periodo dell’Impero Romano, a partire dalla riforma monetaria di Augusto (23 a.C.). La scelta di questo materiale non fu casuale, ma rispondeva a precise esigenze economiche e visive:

  • Valore e Denominazione: L’oricalco, pur essendo una lega di rame e zinco e quindi meno preziosa del bronzo tradizionale, permetteva di differenziare visivamente le monete. Il suo colore giallo, che richiamava l’oro, rendeva il sesterzio e il dupondio facilmente distinguibili dalle monete di bronzo rosso puro, come l’asse e il quadrante.
  • Propaganda e Immagine: La brillantezza dell’oricalco, unita alla cura artistica dei ritratti imperiali, contribuiva a dare un’immagine di splendore e stabilità al nuovo sistema monetario. Le monete non erano solo strumenti di scambio, ma anche veicoli di propaganda imperiale.
  • Valore Intrinseco: Sebbene l’oricalco avesse un valore intrinseco inferiore rispetto all’argento o all’oro, era comunque un metallo di valore, e la produzione di queste monete era rigorosamente controllata dallo stato.

Col passare del tempo, la composizione dell’oricalco subì delle variazioni e il suo uso declinò, ma il suo impiego nel primo impero romano rimane una testimonianza significativa dell’ingegnosità dei romani nel creare un sistema monetario complesso e ben strutturato.

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