7 Agosto 2025
bibliografia

Il termine Officina (plurale officinae) indica un reparto o un’officina all’interno di una zecca romana o bizantina. Le grandi zecche imperiali, specialmente a partire dal III secolo d.C., erano organizzate in più officine parallele per aumentare la produzione di monete e per garantire un maggiore controllo sulla qualità e sulla quantità del conio.

L’uso di contrassegnare le monete con l’officina di provenienza divenne una pratica comune in età tardo-romana e bizantina. Questi segni, noti come marchi di officina, sono di grande importanza per i numismatici perché permettono di:

  • Identificare la Provenienza: Stabilire in quale specifico reparto della zecca una moneta è stata prodotta.
  • Datare le Emissioni: Spesso, il numero di officine attive in una zecca poteva variare a seconda del periodo e delle necessità, fornendo indizi sulla datazione.
  • Tracciare le Varianti: Le officine potevano produrre monete con piccole variazioni iconografiche o di legenda, consentendo di distinguere tra emissioni contemporanee.

I marchi di officina si trovavano solitamente nell’esergo (la porzione inferiore del rovescio) della moneta, spesso in combinazione con il marchio di zecca. Per indicare l’officina, si usavano:

  • Numeri Romani: Nelle zecche occidentali, come a Roma, si impiegavano numeri romani (I, II, III, IV, ecc.) per identificare l’officina.
  • Numeri Greci: Nelle zecche orientali, in particolare nell’Impero Bizantino, si usavano le lettere dell’alfabeto greco come numeri (A=1, B=2, Γ=3, Δ=4, ecc.).

La presenza di un marchio di officina è un dettaglio cruciale per la classificazione e lo studio delle monete tardo-romane e bizantine, fornendo informazioni preziose sulla complessa organizzazione della produzione monetaria in quei periodi.

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